di Davide Maddaluno
SALERNO. Se la Salernitana può vantare un margine di 5 punti di vantaggio sul Benevento deve ringraziare anche un figlio del suo territorio, quel Giuseppe Fella che nella gara di andata tra i sanniti ed il Melfi ha inchiodato il punteggio sul 2-2 finale. Punti che nel computo finale pesano eccome a cinque gare dalla fine della regular season. Il golden boy salernitano da allora non si è mai fermato segnando tra l’altro a tre formazioni campane (Savoia, Benevento e Casertana nel turno infrasettimanale del 1 Aprile) ed una siciliana ricca di conoscenze nostrane: “Sono arrivato a Melfi con la consapevolezza di giocarmi il posto, di dovermi conquistare giorno dopo giorno la fiducia e posso dire di esserci riuscito più o meno come desideravo. Il primo goal al Savoia nella giornata inaugurale del campionato mi ha aiutato, per il resto ci ho messo molto del mio, adattandomi al cambio di posizione e modulo, riuscendo a calcare sempre il campo”. Senza perdere il vizio del goal, visto che Fella con grande lucidità non ha mai fallito nei match forse più delicati della stagione: “Avrei potuto realizzarne di più ma gli episodi non girano sempre dalla parte giusta – prosegue Peppe – di certo segnare a squadre della mia regione fa un certo effetto ed aver aiutato la Salernitana ed i suoi tifosi ad esultare per i miei guizzi con Benevento prima e Casertana poi mi riempie di felicità”. Un binomio, quello tra Fella e la Salernitana ancora non sbocciato sul campo ma il futuro potrebbe riservare qualche bella sorpresa al talento esploso nel settore giovanile della Cavese: “Mi rendo perfettamente conto di come una grande piazza come quella di Salerno impone la presenza di nomi altisonanti e giocatori già fatti, per cui posso da un certo punto di vista giustificare la volontà di non rischiare privilegiando i giovani del posto con un’emotività diversa. Mi soffermerei forse più sulla gestione del settore giovanile, già anni fa vigeva una certa superficialità che mi ha ben suggerito di sposare la causa della Cavese con cui mi sono tolto tante soddisfazioni. Eppure se la società metelliana non fosse fallita, non so a questo punto come si sarebbe configurata la mia carriera, avendo l’allora proprietà blufoncè richiesto cifre esorbitanti a squadre come Chievo e Genoa. Il fallimento mi ha aperto le porte del Cittadella dove ho vissuto le emozioni del campionato Primavera per poi approdare ad Avellino dove si pone lo stesso “problema” di Salerno, la richiesta di calciatori già pronti per la categoria. Di conseguenza il passaggio al Campobasso posso ritenerlo fondamentale per la mia crescita formativa, sportiva e non solo, con la prima vera esperienza tra i professionisti prima di Melfi e l’intermezzo dello scorso anno in D col Brindisi”. Il passato non va dimenticato, il presente vissuto ed il futuro costruito: “Il mio sogno è quello di vestire la casacca granata – conclude – Ho ancora ben impresse in mente tutte le sensazioni provate il giorno della sfida d’andata all’ “Arechi” dove non avevo mai giocato, qualcosa di indescrivibile. Ora, però, penso al Melfi, visto che sono in scadenza e punto ad aumentare il bottino di reti e concludere nel migliore dei modi la stagione per porre le basi ad un futuro ricco di nuove prospettive. Voglio continuare a dimostrare e ripagare l’affetto di genitori, famiglia ed amici che, anche se a distanza, mi infondono tranquillità e non fanno mai mancare la loro presenza come in occasione della gara di ritorno con la Salernitana quando i miei organizzarano un pullman per tutti gli amici. Devo tanto a loro”. Il tempo si rivelerà galantuomo per Fella. Le soddisfazioni, infatti, arrivano sempre per chi sa aspettare.