Fauceglia (FI): “La mia nomina è il riconoscimento per la mia permanenza disinteressata” - Le Cronache
Attualità Politiche 2022

Fauceglia (FI): “La mia nomina è il riconoscimento per la mia permanenza disinteressata”

Fauceglia (FI): “La mia nomina è il riconoscimento per la mia permanenza disinteressata”

di Erika Noschese

Non un ritorno in Forza Italia né un’adesione bensì il “riconoscimento di una permanenza, disinteressata”. Così il professore universitario Giuseppe Fauceglia, nominato responsabile del Dipartimento regionale Pubblica Amministrazione ed Università. Professore ordinario di Diritto commerciale. Avvocato patrocinante in Cassazione, con studi in Salerno e Roma; componente della Commissione ministeriale di riforma del diritto fallimentare; componente della Commissione ministeriale per la gestione dei siti Unesco. Il docente hHa insegnato Diritto privato comparato nell’Università Complutense di Madrid nel 1987, è stato docente presso la Scuola per le Professioni Forensi dell’Università di Napoli “Federico II” ed ha svolto attività di ricerca presso il Max-Planck-Institute für ausländisches und internationales Privatrecht di Monaco di Baviera in diritto dei brevetti e della concorrenza; presso il “Centre d’Etudes Internationales de la Propriétè Industrielle” (CEIPI) dell’Università di Strasburgo, con il prof. Yves Reboul; ha collaborato con l’Università “Bocconi” di Milano in alcune ricerche del Newfin.
È componente delle Redazioni delle riviste “Giurisprudenza commerciale”, “Il diritto fallimentare e delle società commerciali”, “Rivista del diritto dell’impresa”, “Giurisprudenza di merito” e “Le corti salernitane”. Fauceglia si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa e attacca: “non si tratta di una visione ma di un’esplicitazione perché in tutti questi venti anni in cui Forza Italia, a Salerno, è rimasto regno incontrastato di qualcuno, la mia persona è stata sempre messa da parte, richiamata qualche volta quando si doveva esprimere un nome, credo più conosciuto alle elezioni comunali, e io ho sempre rinunciato
Professore, di recente ha aderito a Forza Italia e ricopre un incarico importante che le permette di giocare in casa, occupandosi – tra le altre cose – anche dell’Università…
“Non ho aderito a Forza Italia, è un’espressione impropria perché sono sempre stato vicino al partito: nel 1994-95 quando si formò il partito, io con il gruppo guidato da Donato Bruno, per me era un amico fraterno, presidente della commissione Affari Istituzionali della Camera e all’allora deputato Guido Viceconte, avevo già partecipato alla formazione del cosiddetto progetto liberale. Sono sempre stato legato al partito Liberale e Europeo e alle sue ispirazioni più profonde per cultura giuridica e umanistica; non si tratta di una visione ma di un’esplicitazione perché in tutti questi venti anni in cui Forza Italia, a Salerno, è rimasto regno incontrastato di qualcuno, la mia persona è stata sempre messa da parte, richiamata qualche volta quando si doveva esprimere un nome, credo più conosciuto, alle elezioni comunali e io ho sempre rinunciato. Nel 2009, quando il cosiddetto centrodestra conquistò la provincia io diedi luogo ad una formazione di centrodestra personale, Alleanza per la libertà, che raggiunse il 2,2% dei voti, non proprio una cosa facile per una persona di studio e che determinò la vittoria del centrodestra. Non è un’entrata ma il riconoscimento di una permanenza, disinteressata”.
Mancano poche settimane al voto, cosa si aspetta da questa tornata elettorale e qual è l’auspicio…
“Io vedrei un progetto per l’Italia. Certo, in questa confusione molti penseranno che di progetti concreti ce ne sono ben pochi perché i partiti non riescono spesso ad esplicitare un disegno. Disegno che, invece, io vedo delineato nel centrodestra, più comune; mi aspetto che il popolo italiano questa volta non voti con la pancia ma con la testa, scegliendo quei progetti e le soluzioni che siano le più razionali. Ad esempio, parlare di salario minimo, bonus, reddito di cittadinanza ma, come fanno i 5 Stelle, non si chiarisce da dove vengono quei soldi, diamo luogo ad opzioni di tipo populista e creiamo un danno al Paese. Il mio auspicio è che il cittadino voti con la testa”.
Qual è secondo lei la priorità e il primo atto che il nuovo governo dovrà varare?
“Il primo atto che ritengo fondamentale per il prossimo governo è quello relativo alle fonti dell’energia. Chiarisco fonti dell’energia e non bolletta perché a me sembra sia una conseguenza della politica scellerata sulle fonti energetiche; per anni abbiamo riempito di inutile burocrazia tutte le opzioni sulle cosiddette energie rinnovabili e quando i 5 Stelle o lo stesso Pd parlano di energie rinnovabili omettono di considerare che per avere una autosufficienza ci vogliono anni mentre abbiamo messo in fermo tutte le trivellazioni che potevamo operare per il gas, nell’ambito dell’Adriatico, poi presi dalla Croazia; sono stati creati ostacoli infiniti sulla tav per approvvigionarci del gas; abbiamo abbandonato la Libia con una politica di aggressione scellerata, guidata dai francesi che avevano come unico obiettivo contrastare l’Italia. Dobbiamo recuperare una strategia delle fonti energetiche alternative al gas russo, delineando una politica energetica. Questo comporterà interventi immediati sulla bolletta ma sicuramente non possono risolvere i problemi”.
Domani (oggi per chi legge ndr) comincia alcune scuole, martedì si ritorna a pieno regime. Da docente universitario conosce bene le difficoltà che gli studenti vivono, molti spesso rinunciano all’università perché non hanno le condizioni economiche…
“Questa domanda implica una serie articolata. Parto dall’inizio: la dad ha distrutto il rapporto docente-studente, a livello comunicativo che caratterizza l’esperienza storica della scuola italiana. La dad con le sue necessità e procrastinate motivazioni hanno portato ad un sostanziale scolorimento della preparazione culturale degli studenti perché manca il tratto pedagogico che costituisce il rapporto tra studente e docente. Lei parla delle tasse universitarie ma bisogna fare una duplice distinzione: è evidente che le tasse universitarie vanno pagate perché costituisce non il ristoro di una prestazione educativa ma una partecipazione alle spese; il problema è che noi dovremmo immaginare un percorso per i più bravi e meritevoli che parta non solo dall’esonero delle tasse universitarie ma anche da meccanismi di facilitazione, con borse di studio, residenze universitarie perché è necessario immaginare un diverso approccio tra formazione culturale e ausilio alle classi più deboli. Conosco il sacrificio profondo che bisogna fare per raggiungere determinati traguardi e dovrebbe essere la spinta per creare un sistema che in qualche modo sia meritocratico, creando per tutti le medesime condizioni di arrivo, partenza. Mi impegno per una democrazia educativa, applicata ad un’università pubblica e non privata; dobbiamo rafforzare il sistema universitario pubblico, soprattutto in Campania dove ci sono tre problemi almeno a partire dagli investimenti per il sud nell’università che non significa solo investimenti in edilizia ma anche in forze culturali, ritagliati tra i sette e i dieci anni e su questo potrebbe essere importante il Pnrr”.
Giorgia Meloni premier, per la prima volta una donna a capo del consiglio dei ministri. Lei ci crede?
“Il premier di questa nazione non lo sceglie nessuno se non il popolo. Mi pare che queste elezioni debbano ricostruire un equilibrio tra popolo e governo; naturalmente questo non significa scelte scellerate di governo ma che l’equilibrio deve esserci, con una selezione. Mi chiedo: queste nuove forze saranno in grado a selezionare una classe politica dirigente all’altezza delle difficoltà che oggi vive il Paese?”.