Pina Ferro
Ha cercato in tutti i modi di strappare il figlio alla morte. E, per salvarlo non ha esitato a farlo arrestare. Lo ha dichiarato lei stessa, madre coraggio, ieri mattina in aula nel corso del processo a carico del figlio A.D.A, difeso da Marina Manconi. Il giovane, al quale è stato derubricato il reato iniziale per il quale era prevista una pena di sei anni in un reato minore, è stato condannato a 1 anno e sei mesi. Il trentenne che già da un anno sta seguendo un percorso di riabilitazione, oggi, ha intenzione di fare di più ed impegnarsi per reinserirsi anche nella società. A.D.A. era stato arrestato con l’accusa di minacce, violenza, estorsione e danneggiamento dei suppellettili nei confronti della madre e della sorella alle quali si rivolgeva quotidinamente per estorcere loro del denaro. A.D.A. aveva necessariamente bisogno di soldi, 40/50 euro al giorno per acquistare lo stupefacente di cui necessitava. La situazione di grande tensione andava avanti da tempo. Ogni giorno nella madre cresceva sempre di più il timore che il figlio potesse diventare l’ennesima vittima della polvere bianca. Era disperata. Così un giorno ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciare il tutto. Il ragazzo fu arrestato e trasferito presso il carcere di Fuorni dove ben presto accettò di seguire un programma di disintossicazione. Dal giorno dell’arresto è passato un anno e A.D.A. di passi in avanti ne ha fatti tantissimi. Sicuramente il grazie va alla madre ed ai giudice Palumbo che fin dall’inizio ha compreso la situazione e la volontà del ragazzo di venir fuori dalla droga.