Ex tribunale, perchè sì all'Università - Le Cronache Salerno
Salerno

Ex tribunale, perchè sì all’Università

Ex tribunale, perchè sì all’Università

?In tema di riconfigurazione funzionale dell’ex Palazzo di Giustizia, sono apparsi nuovi interventi, a firma di Giovanni Falci, il quale, riprendendo una sua lontana proposta lanciata nel 2020, si dice d’accordo con l’idea di riesumare una sorta di “Polo giudiziario” nell’ex Tribunale, trasferendovi TAR, Tribunale dei Minorenni e altre attività giudiziarie, attualmente allocate in sedi diverse in giro per la città. Al riguardo, ha fornito anche utili indicazioni di carattere logistico, frutto evidente di diretta conoscenza dell’edificio, dando suggerimenti per una ottimale collocazione dei diversi uffici e indicando le vie di accesso agli stessi, che vanno tenute distinte nel rispetto delle norme vigenti. Ricordo un altro suo lungo intervento di circa tre anni fa sul Quotidiano di Salerno, preceduto da un excursus etimologico-filosofico sul significato di parole apparentemente simili: “utopia” e “eutopia” (non-luogo e buon-luogo), abbinato a dotti riferimenti filosofici a Tommaso Campanella e Tommaso Moro. Illustrava quindi i quattro criteri in base ai quali orientare la scelta per una nuova destinazione d’uso dell’ex Tribunale e cioè uno politico, uno tecnico, uno sentimentale – riesumare “u’ tribunale” degli antenati – e un altro “anti De Luca”, e concludeva “chi vivrà vedrà”, pur manifestando alla fine una preferenza per la soluzione: “Ripristino Polo Giudiziario”. Oggi conferma tale posizione dicendosi d‘accordo con quanto già sostenuto anche da altri interlocutori sempre a favore dell’accentramento in un unico Palazzo di varie attività giudiziarie sparpagliate in città. A latere, non perde occasione per dilungarsi anche su certe considerazioni di carattere urbanistico, chiamando in causa alcune piazze significative, quali la Flavio Gioia di Salerno – alias la Rotonda – o la Piazza Erbe di Padova, o Campo dei Fiori a Roma. Per quest’ultimo purtroppo incappa in una imprecisione quando afferma che lì “c’è Palazzo Farnese”, l’edificio cinquecentesco dove è stato ambientato il secondo atto della Tosca di Puccini, con il drammatico confronto fra la protagonista e Scarpia. Per la precisione detto Palazzo, ora sede dell’Ambasciata di Francia, sorge in Piazza Farnese, distante un paio di centinaia di metri, mentre in Campo dei Fiori si erge solo la statua che ricorda l’uccisione di Giordano Bruno. Dopo tale digressione, convengo che non è un’eresia la tesi dell’Avv. Fulci e di altri ad essa allineati, tenuto conto dell’origine di questo prestigioso Palazzo, appositamente costruito oltre 80 anni fa su un terreno allora semiperiferico, occupato prima da baracche e, in un certo periodo durante la guerra 1915-‘18, utilizzato anche come campo di prigionia di soldati austriaci. Esso fu edificato nel rispetto dei canoni architettonici dell’epoca, per dotare Salerno di un prestigioso Palazzo di Giustizia degno delle sue funzioni. Così é stato per molti decenni, finché non si è resa disponibile la Nuova Cittadella Giudiziaria costruita altrove, su progetto dell’Arch. inglese David Chipperfield, e strutturata su sei edifici di altezza diversa e variamente colorati. Non sarebbe tuttavia questa l’unica proposta in itinere: sono state fatte anche tante altre argomentate considerazioni per suggerire il miglior uso per quegli ambìti locali. Esclusa giustamente una ristrutturazione interna a scopi abitativi, sono emerse in proposito diverse opinioni. È stata intanto evidenziata l’inutilità della spesa sostenuta dalla Regione Campania per il suo acquisto, quando invece sarebbe stato possibile averlo gratis sia pure rispettando determinati vincoli. Altri lo hanno assimilato ad un oggetto del desiderio dall’incerto destino o definito come “il Tribunale della discordia”. In passato era stato condotto anche un sondaggio sulle possibili e variegate ipotesi di riutilizzazione dell’edificio. Ciò detto, ora trova molto sostegno la soluzione che farebbe riassumere all’edificio in questione una connotazione assimilabile alla precedente, quindi un nuovo Polo giudiziario con competenze su materie amministrative, giustizia minorile e affini. A tal proposito, vengono evidenziate pure le difficoltà esistenti per raggiungere a piedi o in auto le sedi del TAR di Salerno e del Tribunale dei Minori. (Ma anche l’ubicazione dell’ex Tribunale con doppi ingressi a Corso Garibaldi e Corso Vittorio Emanuele non offre grandi opportunità in tal senso. E se è giusto citare la comodità di avere a breve distanza pedonale la Stazione ferroviaria di Piazza Vittorio Veneto, altrettanto può dirsi del breve percorso da Piazza Plebiscito alla fermata di Via Vernieri della Metropolitana). In parallelo, sfruttando la disponibilità dei locali ex TAR, ecc. viene proposto anche di dare vita ad un polo culturale mediante l’istituzione di un percorso pedonalizzato – “Il Quadrilatero del Duomo” – unitamente ad una Biblioteca Pubblica annessa ad una struttura museale, cioè il “Museo Urbano Salernitano”. È un’idea certamente condivisibile, sempre che ci sia la reale possibilità di reperire ed esporre “reperti archeologici, storici e documentali, tuttora sottratti all’attenzione di cittadini e visitatori”, di elevato valore artistico e culturale. Comunque, se è prioritaria l’esigenza di dare una più razionale configurazione logistica e funzionale alla struttura giudiziaria salernitana, allora tanto varrebbe appuntare l’attenzione sui sei edifici della nuova Cittadella Giudiziaria e ivi trovare acconcia sistemazione per le sue varie articolazioni e nel rispetto dei vincoli previsti dalla legge per la distribuzione dei rispettivi locali e degli accessi agli uffici. Tutto ciò premesso, è giusto citare anche la proposta di fare di questo Palazzo un Centro culturale polifunzionale, abbinato e complementare all’Università degli Studi di Salerno. In primis avrebbe una degna collocazione al piano nobile il Rettorato con gli uffici dipendenti. Quindi i restanti locali offrirebbero spazi più che sufficienti per aule didattiche da dedicare a corsi superiori di perfezionamento post lauream in materie scientifiche, giuridiche ed umanistiche, nonché locali per convegni, conferenze, dibattiti, simposi, biblioteche tematiche. Si verrebbe a creare così un importante Centro Avanzato di Didattica Superiore (CADS) con forte richiamo per studiosi di varie provenienze ed estrazioni. Nessuna interferenza poi con la già esistente sede dell’Ordine degli Avvocati o eventualmente con una istituenda analoga sede per l’Ordine dei Magistrati. È una soluzione che fa riandare all’epoca in cui fu istituita l’Università di Salerno. Ci furono tanti intellettuali, politici ed esponenti della pubblica opinione che sostennero la necessità di localizzare il nascente Ateneo in locali del Centro Storico, quasi per rinverdire la gloriosa tradizione della Scuola Medica Salernitana. Una simile collocazione, si diceva, avrebbe dato lustro alla città. Prevalsero ovviamente le più ragionevoli esigenze di carattere logistico e sorse quindi l’odierno moderno Campus di Fisciano. Sono passati decenni, l’Ateneo occupa ottime posizioni nel novero degli istituti universitari nazionali e internazionali ed ha un elevato numero di studenti iscritti alle varie facoltà. Tuttavia non sembra del tutto sopito il giusto desiderio di avere in città la presenza di un polo culturale di così alto livello, né si può ignorare che il decentramento della sede determina una incidenza non sempre significativa sul tessuto culturale e istituzionale del capoluogo. Cito ad esempio la partecipazione di un solo esponente del corpo docente UNISA alla II Edizione del Convegno INVEST NORD/SUD – Visioni e Confronti sul Futuro dell’Industria Italiana, recentemente convocato presso la Stazione Marittima di Zara Hadid. Chi auspica una più ampia simbiosi fra la Città e la sua Università, foriera di reciproci vantaggi per entrambe, dovrebbe quindi adoperarsi nei modi ritenuti più adeguati, affinché tale progetto trovi ampi consensi e si realizzi concretamente.

Amm. Gaetano Perillo

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