Il Tar sconfessa il Comune di Cava de’ Tirreni sulla lottizzazione abusiva dell’ex Cofima. Ieri il Tribunale di Salerno ha sostenuto le tesi di Califano e Panico, della curatela fallimentare dell’ex Cofima e della società “La Madrega”, annullando l’ordinanza dirigenziale con la quale il Comune di Cava de’ Tirreni nel settembre 2012 contestava una lottizzazione abusiva nei locali ex Ceramica Cava. Cinquemila euro la condanna che il Comune di Cava de’ Tirreni ha subito per il pagamento delle spese processuali.
Insomma annullati gli atti e il rischio per il Comune di Cava de’ Tirreni di una azione legale che potrebbero intraprendere i destinatari delle ordinanze. «Questa ordinanza – si legge in una nota di Califano e Panico – come già dal sindaco dichiarato nel Consiglio comunale nr. 152 del 12/11/2012 “…io personalmente nutro forti dubbi che ci sia effettivamente una lottizzazione abusiva in quell’area, l’ho sempre detto in ogni atto pubblico, l’ho ribadito anche qui, aspettiamo che la vicenda si chiuda, però nel frattempo mettiamo le mani avanti… ecco perché abbiamo fatto un’azione per bloccare cautelarmente la divisione dell’importo tra i creditori del fallimento…”, era stata preconfezionata e costituita per ovviare alla mancata regolarizzazione da parte dei responsabili comunali degli abusi presenti (e riportati in atti dalla Curatela) nell’area ex Cofima acquistata con asta pubblica nel novembre 2010. Non si comprende altrimenti con un singolo dirigente, senza alcun conforto normativo e senza essere censurato da chi è preposto al controllo politico amministrativo, abbia potuto “confezionare” un atto tanto devastante. La strumentalità dell’atto e la deliberata volontà a sviare l’attenzione dal vero problema (non regolarizzazione acquisto Cofima), viene messa in risalto anche dalla mancata irrogazione della medesima sanzione ad altri vicini opifici frazionati in maniera analoga alla Cofima. Un’ordinanza arrogante e non preceduta da alcuna comunicazione di avvio del procedimento, avvio che avrebbe permesso ai destinatari di chiarire la propria posizione evitando danni e spese. A seguito di tanta ottusità politica e dirigenziale, i destinatari delle decine di provvedimenti ora annullati dal Tar hanno subito e subiscono tuttora (anche a seguito della feroce campagna stampa basata su inesattezze e superficialità) un rilevante danno gestionale e di immagine. Giova considerare che nel corso del trentennio risultano rilasciate decine di concessioni edilizie e altrettante commerciali, provvedimenti questi istruiti, esaminati e firmati da almeno cinquanta funzionari diversi (sia comunali sia dell’Al) succedutisi nel tempo e senza che alcuno abbia mai ravvisato irregolarità». I destinatari delle ordinanze stanno ora studiando con i propri legali opportunità di denunciare penalmente per falso e per eccesso di potere i responsabili dirigenti e politici di tale azione. Certa invece, annunciano, l’azione di richiesta di risarcimento danni che peserà sulla collettività cavese tutta.