Da Napoli a Cava de’ Tirreni a scrocco, minacciando padre e figlio gli aveva fatto pagare sia la benzina che il pedaggio E non contento si fece consegnare dietro intimazione la somma di 400 euro dall’anziano e 200 euro dal giovane prima di prendere la via di fuga. Condannato a 5 anni di reclusione Giovanni Albani, nocerino 56enne, accusato di estorsione aggravata insieme a un’altra persona rimasta ignota. I due si imbatterono in una coppia prima dell’autostrada Napoli/Salerno e con la scusa di avere l’auto in panne si fecero dare un passaggio. Dissero che dovevano arrivare a Salerno e che comunque ogni comune del Salernitano andava bene. Lì, a loro dire, avrebbero chiamato un familiare per farsi venire a prendere. In realtà era una scusa. Infatti, durante il tragitto si scoprì che quel favore era diventato un incubo per padre e figlio. Non solo accompagnarono Albani e i suo socio, le vittime strada facendo dovettero pagare il carburante e il pedaggio sotto pressione dello stesso Albani (il quale avrebbe avuto un’arma) nonostante questi inizialmente disse di provvedere tutto lui per le spese. Ma la disavventura non finì qui, Anzi, il peggio doveva ancora arrivare. Infatti, giunti a destinazione padre e figlio dovettero sborsare anche seicento euro per poter ritornare a casa. L’uomo, poi, dopo aver preso il denaro si dileguò facendo perdere le tracce. Sempre insieme a complice. Immediata la denuncia che portò i carabinieri a scoprire l’autore dell’estorsione. Albani negò quanto gli era stato addebitato dicendo non solo che le vittime avevano deciso di spontanea volontà di dargli il passaggio, di conoscere la seconda persona citata nella denuncia e dichiarò inoltre che quel denaro gli era stato donato dai due perchè lui aveva detto, confidandosi, che viveva una situazione familiare disastrata. Ma il processo ha detto altro, cioè quello che padre e figlio sostenevano in sede di denuncia. In aula una delle due vittime, la persona anziana, avrebbe riferito che avevano sborsato le somme di denaro dietro minaccia e che l’imputato aveva detto loro che se non avessero acconsentito alle richieste gli avrebbe fatto del male. Dopo aver incassato condanne in primo grado e in Appello, è arrivata anche la sentenza definitiva a 5 anni di reclusione avendo i giudici della Cassazione respinto il ricorso considerato inammissibile.
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