Enzo Casciello: Vi svelo i segreti di Bruno Carmando - Le Cronache
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Enzo Casciello: Vi svelo i segreti di Bruno Carmando

Enzo Casciello: Vi svelo i segreti di Bruno Carmando

di ENZO SICA

“Bruno Carmando è stato un punto fermo della Salernitana nel suo trentennale lavoro da masseur svolto con la società granata. Ed è anche giusto che gli si faccia un riconoscimento pubblico con una targa che lo ricordi all’interno del Vestuti “. Non usa giri di parole il collega Enzo Casciello, che di Bruno è stato grande amico e che vede in questa iniziativa che prende corpo proprio nel giorno in cui si celebra il 103esimo anniversario della <Bersagliera> del sindaco di Salerno, Enzo Napoli, su sollecitazione di tanti tifosi della vecchia guardia, di quelli della generazione Vestuti, tanto per intenderci e, in particolare di Salvatore Orilia, presidente del Salerno club 2010: un gesto da sottolineare: “Tutta la famiglia Carmando a cominciare dal capostipite Angelo che era già massaggiatore della Salernitana prima di passare il testimone a Bruno e poi a Giovanni, il figlio di Bruno, ha segnato la storia della Salernitana. Un amore per la squadra granata viscerale che soprattutto Bruno ha portato avanti per tantissimi anni con enormi sacrifici”. Ma chi era Bruno Carmando, Enzo? <Certamente un innamorato della Salernitana, un amore praticamente iniziato al Vestuti dove la sua famiglia erano i custodi dell’impianto di piazza Casalbore e che è durato tutta la vita perchè anche con il suo carattere esuberante e vulcanico riusciva sempre a non perdere di vista quella che era la sua missione di massaggiatore che aveva il compito di rimettere in sesto i tanti calciatori che avevano problemi fisici per poterli mandare subito in campo a disposizione dei tecnici”. Con quali allenatori ha legato di più nel corso del suo lungo tragitto di masseur con i granata? “Guarda penso con tutti anche se aveva un grande affetto, forse anche giustificato dalla sua giovane età quando era entrato in questa società, con Tom Rosati. Un rapporto importante, parliamo del 1965, anche dal fatto che quella Salernitana riuscì a vincere il campionato ed arrivare in serie B”. Grosso traguardo, quello, raggiunto dopo anni di purgatorio in terza serie che gli fece consolidare ancora di più i rapporti con tanti calciatori che militavano in quella Salernitana “Certamente con quella squadra che aveva, tra le sue fila, Piccoli, Franco Rosati, Prati, Cominato, Cignani, Minto, Alberti, Iosio, il compianto Scarnicci, Dianti il rapporto fu sempre molto stretto ma anche con altri calciatori tra cui Zazzaro e tanti altri ancora che hanno indossato la maglia granata Bruno era l’amico ed il massaggiatore di fiducia”. Bisogna anche dire, tra l’altro, che spesso si è esposto anche economicamente per la Salernitana in quei tempi in cui le società calcistiche erano in difficoltà. “Soffriva tanto quando c’erano problemi anche per affrontare le trasferte. Per permettere alla squadra di andare in ritiro staccava lui assegni personali proprio per non far fare brutta figura, in quel caso, non solo alla squadra e alla società ma ad una città intera. E tutto ciò va rimarcato proprio per evidenziare la sua figura”. La tua conoscenza con lui iniziò quando tu giocavi nella squadra dei ragazzi granata? “Come tanti di noi che abitavano nei pressi del Vestuti giocare con la maglia della Salernitana era qualcosa di eccezionale. E lui, Bruno era sempre lì, al Vestuti, pronto ad intervenire se subivamo qualche lieve infortunio per rimetterci in sesto”. Anche l’esperienza nel club granata Ughetto Rocco, uno dei club storici della città, è stata importante visto che Bruno era tra coloro che caldeggiano la costruzione del nuovo stadio? “Diciamo che tutti spingevano l’assessore dell’epoca Antonio Zinna a compiere un passo importante nell’amministrazione comunale. E tra chi lo assillava di più c’era sempre Bruno che in continuazione glielo ricordava. E poi c’è stata la costruzione dell’Arechi”. Dunque ora aspettiamo che ci sia solo questo bel ricordo, per questo personaggio legato tantissimo alla storia della Salernitana. “Spero che non trascorra troppo tempo. Bruno ci ha lasciato nel 2005 con tanti rimpianti. E sono quasi 17 anni.. Permettimi anche di dire che le due targhe dedicate a Bruno Somma ed a <mio fratello>, si perchè gli volevo bene come un fratello a Fulvio De Maio che sono state scoperte ieri in occasione del 103 anniversario della Salernitana sono riconoscimenti giusti ma vorrei aggiungere che forse su quel muro, all’ingresso della tribuna del Vestuti, dove ci sono ora le due targhe di ieri potrebbero anche trovare posto oltre a Bruno anche ex grandi calciatori che hanno dato lustro a questa maglia come Valese e Iacovazzo ma anche Peppino Soglia, grande ed unico presidente così come Agostino Di Bartolomei, un calciatore di grandissimo spessore. E che con quella storica promozione in serie B anche loro scrissero una pagina incancellabile nella storia della nostra Salernitana”.