Di Olga Chieffi
Sarà Gaetano Lo Coco il giovane direttore romano, ma inglese d’adozione e formazione, a sostituire sul podio dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, il M° Jacopo Sipari di Pescasseroli, costretto a dare forfait, da questa produzione, voluta dal Conservatorio di Salerno “G.Martucci” del direttore Fulvio Artiano e dal Teatro Verdi, di Daniel Oren e Antonio Marzullo, una sfida non semplice, ingaggiata con convinzione, da due anni a questa parte, che va ben oltre ogni semplice esecuzione. Abbiamo conosciuto il ventottenne direttore nella sua interpretazione dell’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini, alla testa dei “senatori” dell’orchestra Filarmonica Salernitana, con sul palcoscenico un esperto ed eccellente cast a cominciare da Carlo Lepore e Marco Filippo Romano. In questo Elisir d’Amore, invece dovrà essere Gaetano Lo Coco a sostenere in ogni modo strumentisti e cantanti debuttanti, poiché nella buca ritroverà alla guida dei legni solo l’oboe di Antonio Rufo, quindi, tutti allievi, preparati, ma pur sempre inesperti, dei quali dovrà assurgere a ruolo di Maestro, conquistarne la fiducia, renderli consci non solo dello spazio, ma del momento che stanno vivendo e creando, quindi, attrarli verso la propria interpretazione musicale. Il confine tra studio e professione, ambito critico e delicato per qualsiasi attività, risulta fondamentale per tutte le forme di esercizio di un’arte e, in particolare, per quella musicale. Per uno strumentista che voglia introdursi all’interno di un complesso orchestrale, la transizione tra le esperienze formative e la pratica professionale ne costituisce un momento decisivo. Supportato dalle conoscenze acquisite con lo studio, è solo l’esercizio pratico in orchestra che permette di acquisire le convenzioni, le gerarchie, la capacità di mediare tra singolo e collettività, di creare insomma tutti gli elementi che trasformano un gruppo di individui in uno strumento musicale omogeneo ed unico qual è un’orchestra. L’esperienza orchestrale quanto è più precoce tanto è più efficace. È una vera disciplina, ma è anche un fortissimo stimolo alla capacità di ascoltare e di ascoltarsi, capacità che va coltivata al più presto. In questo il Conservatorio di Salerno è stato ed è sicuramente istituzione di amplissime vedute, poiché ha realizzato ed ha in programma produzioni in cui i giovani strumentisti si ritrovano sia a sostenere voci di livello internazionale, negli spettacoli in cartellone per gli abbonati, sia a dialogare coi propri colleghi per i matinée per un pubblico di quasi coetanei. Nelle precedenti produzioni quali “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni e “Suor Angelica” di Giacomo Puccini con il Maestro Jacopo Sipari sul podio, il messaggio lanciato da quanti hanno inteso seguire il vecchio adagio “Cavallo giovane, cavaliere esperto”, è stato sempre di calarsi in quell’infinito istante rispettando sempre la musica, puntando a divenire musicisti onesti, con se stessi e con il pubblico. E’ quanto ci attendiamo da Gaetano Lo Coco, il quale certamente saprà seguire la traccia della precedente direzione. Al suo fianco ci sarà in regia Riccardo Canessa, che ha pensato ad un allestimento “costaiolo” in Furore. L’elisir d’amore rimane fresco e giovane oggi come alla sua prima, con il fascino che risiede, in gran parte, nella sua impudenza. Il capolavoro comico di Gaetano Donizetti è visto come un susseguirsi di parodie, invettive, sciocchezze, civetteria, follia, arroganza e ciarlataneria, illuminato da una colonna sonora in una sequenza di scene separate e autonome, componenti un quadro di personaggi atipici e singolari. Tuttavia, il tema dell’opera è uno ed è costante: la ridicolizzazione del concetto di amore romantico. È proprio sulla base di questa idea che la coppia formata da Adina Enkeleda Kamani e Valeria Feola per i matinée e Nemorino, cui daranno voce Juan Francisco Gatell per il serale e Andrea Russo e Luca Venditto per il progetto educational, andranno a costituire una brillante replica ironica di quella celebre composta da Tristano e Isotta: per la prima, contro ogni sacralizzazione, l’amore è una malattia necessaria che cerchiamo di curare infettando gli altri, quindi ricorrendo a falsi rimedi che ci aiutano a confermare la diagnosi, quindi, la coppia protagonista alternerà disaccordi e incomprensioni fino a quando non si troveranno dall’altra parte dell’illusione, con la partecipazione del serio ciarlatano Dulcamara, che avrà la voce di Alfredo Daza e quindi di un attesissimo al debutto Antonio De Rosa, Belcore , il baritono Maxim Lisiin, per il serale in alternanza con Vittorio Di Pietro, mentre Giannetta sarà Miriam Tufano per il primo cast e Maria Domenica Verde e Daniela Magnotta per il secondo.