Le sue armi si ispirano a questa mania: uova esplosive o contenenti vari tipi di congegni o di gas, una sorta di “uova di pasqua” diaboliche, piene di brutte sorprese, ma a combatterlo ci sono Batman e Robin
Di ARISTIDE FIORE
Una “testa d’uovo” è una persona estremamente intelligente ma distaccata dalla realtà. Può darsi però che decida di ostentare il proprio soprannome facendone un marchio di fabbrica, l’emblema della propria superiorità. Un gioco tanto più facile quanto corrispondente all’aspetto fisico. È questo il caso di Egghead (Edgar Heed), un personaggio creato per la serie televisiva “Batman”, messa in onda negli USA nella seconda metà degli anni sessanta e trasmessa in Italia a partire dal decennio successivo. Fu interpretato da Vincent Price, un divo del cinema horror, il quale non fece altro che estremizzare la sua consueta recitazione, che qui risulta molto caricata, sopra le righe, basata sull’estrema affettazione della gestualità e del linguaggio. In tal modo, Price attribuì al personaggio un carattere inquietante, per il contrasto tra la raffinatezza e la delicatezza dei modi e la malvagità dei propositi, sebbene stemperato nel contesto generale della serie, improntata su un approccio autoironico e parodistico. Nel volume “Maestri in serie: i telefilm d’autore” pubblicato da Edizioni Falsopiano nel 2013, che tratta dei telefilm diretti da registi famosi, Riccardo Caccia e Mario Gerosa annoverano nella loro rassegna proprio gli episodi nei quali Batman (Adam West) e Robin (Burt Ward) devono vedersela con la famigerata testa d’uovo, e in particolare i primi due, in realtà una mini-storia divisa in due parti, trasmesse per la prima volta il 19 e il 20 ottobre del 1966: “An Egg Grows in Gotham” (“Un uovo cresce a Gotham City”) e “The Yegg Foes in Gotham” (“Il cavillo di Egghead”). Motivo di interesse, più ancora dell’interpretazione di Price, è la regia di George Waggner (con due “g”!), noto per aver diretto per esempio “L’uomo lupo”, pietra miliare del sottogenere licantropico, e “Il ritorno del Kentuckiano”. Sviluppando il soggetto e la sceneggiatura di Bob Kane, il creatore di Batman, e Edwin Self, Waggner contribuì al rafforzamento del carattere tipicamente “camp” della serie, zeppa di citazioni, invenzioni paradossali e ricca di esuberanza trasgressiva: uno stravolgimento del carattere di un fumetto nato nel 1939 che in tal modo però poteva essere riproposto in TV incontrando il favore del pubblico, soprattutto preadolescente, di trent’anni dopo. Da non confondere con l’omonimo personaggio della Marvel, decisamente meno interessante, l’Egghead televisivo spicca prima di tutto per l’aspetto, come del resto tutti i protagonisti della serie: testa pelata di forma ovoidale e abiti gialli e bianchi (i colori dell’uovo). Si definisce “il criminale più intelligente del mondo” e la sua attività sembra ruotare ossessivamente intorno all’uovo, come quando tenta di rubare l’uovo di Ogg, un enorme uovo d’oro. La sua mania lo induce a circondarsi di tutto ciò che faccia riferimento all’uovo, dal nome della segretaria, miss Bacon, all’arredamento del suo c-ovo, di gusto decisamente pop, e riesce a influenzarne perfino il linguaggio, infarcito di espressioni alterate, come “egg-zactly”, “egg-cellent” ecc. Anche le sue armi si ispirano a questa mania: uova esplosive o contenenti vari tipi di congegni o di gas (lacrimogeno, esilarante ecc.), una sorta di “uova di pasqua” diaboliche, piene di brutte sorprese. La peggiore, dal suo punto di vista però, l’ha avuta nell’episodio in cui tentava di far schiudere un uovo di dinosauro allo scopo di dare in pasto al cucciolo Robin e Batgirl, perché, sorprendentemente, nei panni del rettile c’era Batman!