Domani sera, Il Modo di Gaetano Pappacena continua la sua eccellente rassegna jazz, ospitando il crooner, unitamente all’ Anatomik Duo di Aucello e Rizzo
Di OLGA CHIEFFI
Dopo la performance, tra luci ed ombre, del trombettista Roy Hargrove, domani sera, i riflettori del Modo di Gaetano Pappacena, si accenderanno , sul fantasioso e pingue crooner Ed Motta, che si presenterà in veste di one man band, al pubblico salernitano, alternandosi al piano, al fender-piano e alla chitarra. L’uditorio si troverà catapultato in un mirabilante gioco di specchi, condotto dalla voce più nera del pop-soul-jazz brasiliano, in cui spazierà da uno swing nostalgico citante Sinatra, alla sua passione di sempre, il suo rhythm and blues in salsa lusitana, sino alle suggestioni latin e be-bop, liberate con una straordinaria capacità di riassumere con eleganza tutte le sue esperienze, con le conseguenti idiosincrasie, in una dimensione canora fruibile, caratterizzata da un’estrema raffinatezza formale e cantabilità melodica, ravvivata da un’inesausta energia black. Motta, che ricordiamo al teatro Verdi di Salerno, inaugurare la IV edizione degli Incontri Internazionali della Musica, nel novembre di ben tredici anni fa, riesce a swingare e a modulare con una voce che tende sempre più a diventare assoluto strumento armonico, traversante le correnti soul, funk, con uno sguardo rivolto allo scat e al vocalese suoi veri marchi di fabbrica. A 45 anni di età son numerosi i dischi di successo alle sue spalle, tra cui la saga del “Manual Pràtico para Festas, Bailes e Afins”, “Dwitza” e il suo lavoro più celebre “Poptical”. Qui a Salerno verrà a presentare i suoi ultimi lavori, Aor e Perpetual Gateways, in cui Ed riesce a unire ingredienti musicali di vario genere con una disciplina ed un equilibrio da manuale. Sarebbe riduttivo e persino offensivo citare i punti cardinali della bussola artistica di Ed Motta: Donald Fagen, Steely San, Stevie Wonder, Charlie Parker, Thelonious Monk soprattutto. Le fonti di ispirazione sono chiare ma Ed Motta con questi progetti raggiunge il punto più alto della sua già sorprendente carriera artistica. Un compositore, polistrumentista e Grand Gourmet che vola negli States per mettere in pratica la sua idea di suono, di arrangiamento, di scrittura. Perpetual Gateways, certamente strizza l’occhio ai già citati mostri sacri ma suona alla Ed Motta, elegante, raffinato, acrobatico, armonioso. Da un lato si è inebriati da un groove poderoso, ritmiche complicatissime da spellarsi le mani, effluvi sulfurei di Fender Rhodes, con una meravigliosa ballad Reader’s Choice o Captain’s refusal una effervescente pagina pop, dall’altro, Bop, Scat, Spiritual Jazz con un brano quale Overblown Overweight che è la perla di tutto il progetto, il definitivo marchio originale di Casa Motta. Ma la cosa migliore che Ed Motta produce, è la scrittura personale di storie con una visione profondamente poetica della Vita, dell’Amore, della Libertà. Già Libertà, perché Ed Motta è un Artista libero, fuori dagli schemi e dai cliché dello Show Biz, scevro da compromessi con Majors, un talento puro, sincero, dannatamente semplice e gradevole. Ad inaugurare la serata, domani, ci saranno Antonio Aucello al sax alto e soprano e il fisarmonicista Armando Rizzo, che vanno a formare l’ “Anatomik Duo”. Una formazione che fa del suo intimo sentire mediterraneo, una costante che emerge nelle composizioni originali e nella interpretazione dei due strumentisti, che si lasciano naturalmente anche contaminare dalle esperienze musicali che il nuovo millennio oramai richiede, quindi tango con jazz, musette francese con classica, etnica con le sperimentazioni istantanee molto care ai due musicisti. Arrangiamenti curati nei minimi dettagli, intesa ma soprattutto energia sono gli ingredienti fondamentali delle loro performance.