Lotte intestine e guerra fra bande. La sinistra ebolitana non perde il vizio di lacerarsi e regala nuovi spazi a quei candidati che invece puntano a rasserenare gli animi e ad includere energie ed impegno dei cittadini per un futuro possibile di Eboli. Al centro della bufera come sempre il Pd, in questa occasione attraversato anche dalla sinistra estrema che fino a qualche mese fa flirtava con Conte e compagni, che ora invece vorrebbe mettere al rogo. Per la serie va bene tutto, pur di arrivare al potere, dieci mesi fa, per la sinistra ebolitana, Conte era l’unica possibilità, oggi è diventato un pericoloso partito-famiglia. La polemica viaggia sulle ali dei social, ma almeno in questa occasione ha il merito di dire le cose come stanno. L’impressione è che Damiano Capaccio sia sempre più isolato nella sinistra moderata, incassando soprattutto il via libera della sinistra estrema, quella che un tempo faceva riferimento a Rifondazione Comunista e Partito dei Comunisti Italiani, che a Eboli hanno governato, ma subito dimenticati. Sgroia non andava bene, Capaccio nemmeno, ecco allora che qualche frangia si stacca e finisce nelle braccia della famiglia Conte, con l’aiuto di alcuni ex carielliani, finendo per rinforzare il partito-famiglia. Apriti cielo, qualcuno non ci sta ed attacca via social quanti hanno osato disubbidire, testimoniando di fatto che ancora una volta a sinistra si è scatenata la lotta per il potere. Gli altri candidati a sindaco guardano con il sorriso sulle labbra ed ascoltano le indiscrezioni che proprio nella coalizione della famiglia Conte danno per certa la nomina, in caso di vittoria, di un vicesindaco donna, giovane e con cognome importante. Archiviata la polemica sul risibile tentativo di indicare gli avversari come pronti al ritiro o in difficoltà nella compilazione delle liste, roba da bar dello sport, l’elemento veramente nuovo rispetto alla scorsa tornata elettorale, meno di un anno fa, è la presenza di un elevato numero di liste e conseguentemente di candidati. A settembre dello scorso anno, solo Massimo Cariello era sostenuto da 6 liste, gli altri competitor viaggiavano con al fianco una sola lista, con un numero dunque di candidati limitato. Oggi se ne annunciano circa una ventina, che significa quasi 500 candidati al consiglio comunale, un vero e proprio esercito a caccia del consenso. Non cambia, invece, il rifiuto degli ebolitani per le sigle di partito, anche a causa di un personale politico che sul territorio non ha alcuna presa. Inoltre quel poco ancora rimasto dei partiti vive in grande confusione, con idee e programmi vuoti, privilegiando amicizie ed interessi, il tutto lontano dal sentimento degli elettori ebolitani. red.pol.
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