Se tutte le scuole di Eboli sono inagibili, nel senso che non hanno i requisiti di staticità, salubrità e igiene previsti dalle leggi (la cosiddetta “Certificazione di agibilità”), dovrebbero stare chiuse. Sembra ovvio, non lo è. Ora, se questi istituti non sono agibili significa che nessuno può escludere che da un momento all’altro ne crolli un pezzo o crolli addirittura tutta la scuola – in testa ai ragazzi e ai lavoratori, s’intende – dal momento che manca chi s’è assunto la responsabilità di certificare l’assenza di pericoli di sorta. Una storia antica ma sempre attuale. Si dirà: ma lo sanno tutti, è una vecchia storia, figurati se un sindaco chiude una scuola, e così via. Certo, tutto vero: resta il fatto che gli istituti non sono a norma, sono fuori legge, e un sindaco dovrebbe preoccuparsi di questo, basterebbe concentrarsi. Evidentemente in Comune hanno altro per la testa. Come mai, allora, stanno tutte aperte eccezion fatta per l’asilo “A. Aria” che di recente s’è aggiudicato il campionato delle figuracce politico-istituzionali e gli onori della cronaca per la proditoria chiusura ordinata dal sindaco a poche ore dalla famosa campanella d’inizio anno? Stanno tutte aperte perché siamo in Italia, siamo nel Mezzogiorno, dove è tutto un tirare a campare, passa oggi e viene domani: per gli altri, ovviamente, non per il ceto dirigente p.t. che pure i propri figli li manda, o li mandava, nelle stesse scuole. Ora, al netto delle scontate considerazioni successive ai dati presentati proprio qualche giorno fa da Legambiente sulle condizioni generali degli istituti italiani (il 43% è a norma, il resto delle scuole è fuori legge) c’è un elemento particolare che attira l’attenzione mentre il dibattito continua a dipanarsi su superfluità e beghe intra-pollaio. L’elemento è riassumibile così: a Eboli le scuole sono inagibili soltanto di mattina, mentre di pomeriggio/sera diventano di colpo «legali». Cioè? Semplice, il Comune ha pubblicato qualche giorno fa un avviso pubblico per la “Manifestazione di interesse alla concessione in uso comunale delle palestre scolastiche comunali un orario extrascolastico A.S. 2024/2025”. L’atto firmato dai dipendenti comunali Terenzio Stabile e Raffaele Monti, rispettivamente responsabile tecnico del servizio e responsabile di Area che si presume agiscano su input politico, non riporta alcuna data (almeno non sull’atto visionato da questo giornale), cioè non si sa bene quando questo pubblico avviso sia stato redatto: il che è anomalo dal momento che la certezza temporale è determinante nei processi amministrativi, così come in tutto il resto. Per inciso: se questo documento è stato concepito e partorito dopo il 24 luglio scorso, data secondo la quale l’ente avrebbe appreso della necessità di chiudere per inagibilità strutturale la “Agatino Aria”, è un discorso; se, invece, risale a prima del 24 luglio, il discorso è lo stesso ma cambia l’approccio analitico. Questo lo potremo capire meglio solo in futuro. Tornando al fatto delle palestre private su suolo pubblico, esse afferiscono a quattro scuole locali: la “Pietro da Eboli” «grande»; la “Pietro da Eboli” «piccola»; la “Virgilio” e la “Matteo Ripa”. Le associazioni che ne hanno fatto richiesta sono più o meno sempre le stesse che da anni calcano la scena locale, a volte bene, a volte meno, com’è normale che sia. Ma le associazioni non c’entrano nulla, non sono certo loro il problema, sono – appunto – private e ragionano secondo il proprio legittimo interesse: oggi c’è questa maggioranza, domani ce ne sarà un’altra, tutto dipende dalle capacità di maneggiamento dei relativi protagonisti all’opera. Il punto è un altro: se le scuole non hanno l’agibilità (e non ce l’hanno) com’è possibile che le si apra per far fare attività sportiva? Le scuole crollano solo in orario scolastico? E’ lecito immaginare che ci sia altro, molto altro. Vale a dire che, come da lunga tradizione, la voracità elettorale delle amministrazioni locali, unita in rari casi all’autentica passione sportiva di qualche altrettanto raro amministratore, detta l’agenda. Appetiti elettorali sofferti soprattutto in questi tempi di evidente «disperazione» del gruppo di potere attuale in rapporto a liste, candidature e tutto il resto. Ci sarà da divertirsi al riguardo, ma questa adesso è un’altra storia. Questa amministrazione, che da tre anni governa il destino della popolazione ebolitana, si è già caratterizzata per una certa bulimia elettorale (basti osservare il volume anomalo di risorse finanziarie impiegate nell’ultimo anno per questo e quell’«evento»). Le palestre private sono da sempre un bacino di voti per chi amministra, il che è indecente a prescindere, al netto delle ferree leggi della politica su cui non ci si sogna ora di concionare. Ma qui parliamo di sicurezza, i voti vanno e vengono, i muri cadono solo una volta e spesso tragicamente: invece dall’ente si getta il cuore oltre l’ostacolo e si fa finta di niente. Di certo sarà stato fatto “tutto nell’interesse generale e per la crescita dei nostri giovani attraverso lo sport”. Si chiamano vie dell’inferno, quelle lastricate dalla buone intenzioni. (pierre)





