Timbro caldo e inconfondibile da vero chansonnier, rimarrà per sempre la voce di ‘Settembre’, hit dell’estate 1970 che raccontava di amori finiti con “le prime gocce che baciano la sabbia”. Ma Peppino Gagliardi, morto ieri notte a Roma a 83 anni, era molto di più di uno splendido interprete della musica leggera italiana, testimone di un’epoca di dischi per l’estate. Musicista di razza e autore raffinato, nato nel popolare quartiere partenopeo del Vasto, Gagliardi suonava sin da bambino la fisarmonica, per poi passare alla chitarra e al pianoforte. E la sua musica era piena di poesia. Dopo una classica gavetta tutta partenopea con il complesso de ‘I Gagliardi’ ispirato al suo nome, fu precisamente 60 anni fa, nel 1963, grazie a ‘T’amo e t’amerò’, che Peppino agganciò il successo nazionale. Negli anni ’60 è uno dei protagonisti del Festival di Napoli, e per tre volte partecipa a Sanremo con ‘Ti Credo’, ‘Se tu non fossi qui” (che fu poi interpretata da Mina) e ‘Che vale per me’. E’ del 1969 un brano evergreen che avrà lunga fortuna anche al cinema: ‘Che vuole questa musica stasera’, nella colonna sonora di ‘Profumo di donna’ di Dino Risi e di altri film, canzone con la quale conquista popolarità anche all’estero. L’esplosione del fenomeno Gagliardi arriva però nei primi anni del 1970 con l’etichetta indipendente King di Aurelio Fierro: ‘Settembre’ è seconda al Disco per l’Estate, seguita da una nuova canzone estivo-nostalgica, la melodica ‘Gocce di mare’, e poi ancora da ‘Ti amo così’ e ‘Sempre sempre’. L’artista napoletano è popolarissimo e colleziona secondi posti a Sanremo, prima con ‘Come le viole’ poi con ‘Come un ragazzino’. Nel 1974 dopo tanti singoli pubblica due album di grande successo mettendo d’accordo critica e fans: in ‘Vagabondo per la verità’ c’è un’altra hit, ‘La mia poesia’. Gagliardi intanto è una presenza costante in tv, nel 1976 sarà conduttore di Bim Bum Bam per Rai2 con Bruna Lelli e Bruno Lauzi e inciderà il 33 giri ‘La musica la gente e io’. Protagonista della melodia italiana nel mondo (tra i suoi estimatori gli Abba e Alvaro Soler) Gagliardi resterà per sempre negli anni legato alla tradizione partenopea, alta e popolare, e si dedicherà tra l’altro a musicare poeti come Nicolardi, Di Giacomo e E.A.Mario. Coerente nel suo percorso e nelle scelte, attento alle collaborazioni, fonderà una sua etichetta, la PG Records. Negli anni 80 e 90 la sua attività si riduce, anche se nel ’93 salirà ancora sul palco sanremese con ‘L’alba’ (cinque in totale sono le sue partecipazioni alla massima competizione canora nazionale). Negli anni 2000 inizierà a lavorare con il figlio Massimiliano, pianista e cantautore. Che insieme ai fratelli Davide e Lucia ha voluto ricordarlo nel giorno della scomparsa con dei versi inediti, trovati negli appunti del padre. “E lui con quegli occhi un po’ stanchi volava lontano lontano”. Occhi grandi e malinconici, come le sue canzoni.
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