E’ Beppe Sannino il nuovo allenatore della Salernitana. Toccherà a lui guidare il club dopo il brusco dietro front di Inzaghi impelagato nella vicenda Bielsa-Lazio. Sannino nato ad Ottaviano il 30 aprile del 1957 è stato un ex centrocampista.
In B ha allenato nel 2010-2011 a varese piazzandosi al quarto posto in classifica. Sempre in cadetteria è stato a Catania nel 2014/2015. Tra le sue esperienze anche tre panchine di serie a A Siena (14esimo posto) nel 2011-2012, a Palermo e Verona nei due anni successivi dove però è stato esenoerato. Lo scorso anno ha allenato il Carpi. Non ha cominciato lui la stagione ma è stato poi esonerato. Vanta anche due anni al Watford.
Caratteristiche: Il suo modulo di gioco preferito è il 3-5-2 alternato spesso al 4-4-2. Lo schema dipende spesso dagli uomini che ha a disposizione e dalle caratteristiche degli avversari. Etichettato dai media come allenatore piuttosto difensivista, in carriera è subentrato più volte in corso d’opera che non ad inizio stagione. Allenatore grintoso e senza peli sulla lingua, sostiene che il calcio non si fa con un singolo ma con un gruppo solido che determina una fase di gioco. E’ un forte sostenitore di Arrigo Sacchi e Marcello Lippi.
Storia: Si trasferisce da piccolino con la famiglia da Napoli a Torino a seguito dell’assunzione di suo padre alla Fiat. Beppe dorme in cucina, ma appena può scende in strada per giocare a pallone, la sua più grande passione. In quelle occasioni lo nota un talent scout che gli propone di fare un provino. “Vengo solo se il provino lo fanno anche i miei amici”.
La carriera da calciatore di Sannino non decollerà mai. Ritiratosi dal calcio giocato, ottiene un posto di lavoro come ausiliare all’Asl di Voghera, più precisamente nell’ospedale psichiatrico, dove è addetto alle pulizie: dai bagni alle stanze dei degenti. Ma il calcio rimane il suo più grande pallino. Dopo il turno dalle 6 alle 13, Beppe sale in macchina per andare ad allenare gli allievi della Vogherese. Altre esperienze simili nei settori giovanili di Pavia e Monza, fino al 1996, anno in cui gli viene assegnata la panchina dell’Oltrepò, in Eccellenza. L’anno successivo torna ad allenare le giovanili, questa volta del Como.Debutta tra i professionisti in Serie C2 con la Biellese, poi passa al Südtirol e vince il suo primo campionato di Serie D.
La stagione successiva si salva in Serie C2 , poi sempre nella medesima categoria con Meda, Sangiovannese, Varese (esonerato a causa del penultimo posto in classifica, a un punto dall’ultimo), Cosenza.
Dal 2007 vince tre campionati di fila. Con il Lecco e il Pergocrema dalla C2 alla C1 e poi con il Varese, con il quale compie il miracolo del doppio salto portando la squadra dalla C2 alla B sino ai play off per la serie A. Ormai le qualità di Beppe Sannino sono sotto gli occhi di tutti, anche del direttore sportivo Giorgio Perinetti.
Al Siena, nella massima serie, il tecnico svolge un ottimo lavoro salvando la squadra con discreto anticipo. Instaura un rapporto fortissimo con i giocatori, quasi carnale. Forse troppo forte, tanto da costargli una costola per via di un’esultanza troppo energica diMattia Destro, l’attaccante che Beppe ha il merito di aver lanciato e consacrato nel calcio che conta.
Sannino arriva a sorpresa anche alla semifinale di Coppa Italia contro il Napoli, occasione nella quale tornerà nella sua Ottaviano e verrà accolto quasi da re.
Nel giugno del 2012 rescinde il contratto col Siena con un anno d’anticipo e passa sulla panchina del Palermo. A seguito di un pari e due sconfitte nelle prime tre gare di campionato, con la squadra al terz’ultimo posto, viene esonerato dal presidente Maurizio Zamparini.
A marzo 2013 torna sulla panchina del Palermo dopo la rescissione consensuale di Gian Piero Gasperini. Dopo aver rilanciato la squadra in piena corsa per la salvezza proponendo un buon calcio, il Palermo perde le ultime quattro gare di campionato e retrocede incredibilmente in Serie B con una giornata d’anticipo. La stagione successiva diventa allenatore del Chievo senza troppa fortuna.
A causa dell’ultimo posto in classifica (6 punti ottenuti in 12 gare) viene dunque sollevato dall’incarico. Il 18 dicembre diventa tecnico del Watford, squadre inglese dei Pozzo militante in Championship, subentrando al dimesso Gianfranco Zola.
Un’esperienza non proprio da buttare in cui più che i12 punti raccolti in cinque partite, si ricordano alcuni strafalcioni in inglese dell’allenatore campano. A settembre del 2014 diventa allenatore del Catania, in Serie B, dove in 15 partite sulla panchina rossoazzurra raccoglie appena 19 punti. Decide di dimettersi e di allontanarsi per un po’ dal calcio.
Nell’ultimo anno è stato a Carpi ma l’esperienza non è stata delle migliori essendo stato esonerato con il richiamo di Castori.