di Pina Ferro
Si chiude con 12 anni e 4 mesi di reclusione il processo a carico di Vincenzo Ansalone di Baronissi accusato del duplice omicidio preterintenzionale di Vincenzo Salvati e Aniello Califano avvenuto nella frazione Corticelle di Mercato San Severino ad ottobre dello scorso anno per un debito di droga. Il pm aveva chiesto una condanna a 19 anni di reclusione ma il gup De Nicola del tribunale di Nocera Inferiore, derubricando la ricettazione e rigettando la richiesta di provvisionale, ha parzialmente accolto le istanze presentate dal difensore Michele Sarno decidendo per quasi sette anni in meno rispetto alla richiesta del pubblico ministero Angelo Rubano. Il duplice omicidio avvenne per un debito di droga pari a 30mila euro a causa del quale Salvati e Ansalone avevano avuto un diverbio, degenerato in uno scontro fisico, cui era seguita, da parte di Ansalone, l’esplosione di alcuni colpi di pistola all’indirizzo delle palazzine di Corticelle in cui abitava il debitore. Più tardi lo stesso Ansalone sparò con una pistola a tamburo diretti alle gambe del 54enne che morì quasi subito. Il 37enne aveva, poi, aveva inseguito Califano, che cercava di scappare, esplodendo al suo indirizzo due colpi e dicendogli “chiattone che fai scappi… tu non le vuoi due?”. Califano poi morì in ospedale a Salerno 18 giorni dopo. “Era volontà di Ansalone quella di gambizzare le due vittime e non di ucciderle, sicché doveva escludersi la qualificazione dei due omicidi come volontari”, scrisse la Cassazione confermando la decisione del gip prima e Riesame poi. Lo stupefacente che avrebbe consegnato a Salvati consisteva in molteplici dosi di crack e cocaina, che andavano dai 50 ai 100 grammi. Ansalone poi spiegò di essere stufo di attendere di essere pagato, sospettando anche che Salvati andasse a rifornirsi da altri pusher. Dopo le motivazioni della sentenza ci sarà ricorso in Appello.