«Angelo Vassallo era un cretino, con due fratelli coglioni, non stava bene con il cervello, era a capo di una cosca, non era un sindaco eroe, ma uno che si portava appresso due puttanelle e faceva paura a tutti quanti». A pronunciare queste parole, come riporta Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Vincenzo Iurillo, sono due carabinieri. Parole che sono state riportate, nero su bianco, dai Pm della Dda di Salerno nelle settimane successive all’omicidio del sindaco Pescatore Angelo Vassallo. Dopo la morte del primo cittadino di Pollica, infatti, la Dda prova ad individuare tracce utili alle indagini ma tra le centinaia di intercettazioni trascritte vi sono gli insulti dei carabinieri, un alto ufficiale originario di Pollica e l’allora comandante della stazione del paese. Proprio nel corso di una di queste conversazioni emerge la volontà dei carabinieri di avviare azioni legali contro la famiglia Vassallo. «Nel corso delle telefonate in esame, si evidenzia un particolare livore nei confronti dei fratelli Vassallo sia da parte del comandante che da parte del generale che riporta anche una frase dell’avvocato da lui contattato per la vicenda: ”Li massacriamo … “. Quel “li massacriamo” è riferito a una querela in corso di deposito contro i fratelli Massimo e Dario Vassallo che nelle ore successive all’omicidio hanno ricordato i pessimi rapporti tra il sindaco e i militari dell’Arma locale, affermando: “Lo hanno lasciato solo”», scrive il capo della direzione investigativa antimafia di Salerno in una nota alla Procura, come riporta Il Fatto. I brogliacci delle intercettazioni sono depositati agli atti del processo che inizierà il 16 settembre con l’udienza preliminare a Salerno. Sono imputati di concorso in omicidio con l’aggravante camorristica il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e il collaboratore Romolo Ridosso. Un quinto imputato, Giovanni Cafiero, clan Cesarano, risponde con Cagnazzo, Cioffi e Cipriano solo del traffico di stupefacenti che secondo l’accusa costituiva il movente dell’assassinio: Vassallo andava fatto fuori perché lo aveva scoperto e stava per denunciarlo. I due fratelli Vassallo, difesi dall’avvocato Antonio Ingroia, si sono costituiti parte civile. I due carabinieri ascoltati mentre offendono il primo cittadino appena assassinato sono totalmente estranei alle accuse al centro del processo. Grave anche il contenuto di una intercettazione risalente al 27 settembre 2010 quando Il 27.9.10 il comandante dice al generale che le liti tra Vassallo e gli spacciatori al porto di Acciaroli derivavano dal fatto che alcuni familiari consumavano droga «quindi non è il Sindaco eroe» ma «il papà eroe che andava a guardare i fatti suoi» e quindi «non ci vorrebbe il funerale di Stato”». Inoltre, sostiene sempre il carabiniere, Vassallo si portava appresso «due puttanelle…. Se esce fuori che questo non è stato un omicidio di camorra, qualcuno non fa una bella figura». E ancora: «ha fatto la figura del cretino». Qualche giorno dopo, il 30 settembre, il comandante riferisce al generale di aver detto alla Finanza che «il sindaco non stava bene con il cervello». La conversazione va in picchiata sulle iniziative giudiziarie contro i fratelli Vassallo che con le loro dichiarazioni a caldo avrebbero diffamato l’Arma. Per il generale «non si meritano niente… avrebbe giustificato di più il figlio e la moglie ma non questi due coglioni, uno dei quali fa il medico a Roma e non sa niente». Il riferimento è a Dario Vassallo, attuale presidente della Fondazione dedicata al sindaco pescatore. Il generale commenta: «L’hanno lasciato solo! Domanda: ma a combattere contro chi? È rimasto solo? Contro chi? Se era lui (il sindaco, ndr) che faceva paura a tutti quanti». E poi una critica velenosa al pm di Vallo Della Lucania «Non poteva, dopo un’ora dal fatto, rilasciare dichiarazioni di quel tenore» definendo il sindaco «un eroe». Il 3 ottobre, infine, il comandante sostiene che gli inquirenti hanno capito «che qua c’era una cosca… quella del sindaco… che faceva cose strane…». red.cro





