Droga, Ubbidiente patteggia. Un anno e mezzo di reclusione - Le Cronache
Cronaca

Droga, Ubbidiente patteggia. Un anno e mezzo di reclusione

Droga, Ubbidiente patteggia. Un anno e mezzo di reclusione

Salerno/Poggiomarino/Sarno. Rapina e tentata estorsione al mercato ittico di Salerno, a processo pentiti ed estorsori.  Tra due settimane  saranno davanti ai giudici del Tribunale di Salerno  i fratelli Carmine (“Carminuccio”, ex collaboratore di giustizia di Poggiomarino) e Marco Amoruso, il pentito salernitano Armando Massa oltre a Giuseppe Tortora di San Marzano  sul Sarno accusati dal sostituto procuratore dell’Antimafia salernitana Marco Colamonici di rapina aggravata dall’uso delle armi e la tentata estorsione. Un anno e mezzo di reclusione con il patteggiamento per Angelo Ubbidiente (zio di Massa) detto ‘o muzzone (anche lui collaboratore di giustizia) e a cui viene contestato solo di spaccio e del quale veniva speso il suo nome dallo stesso nipote.  Secondo quanto ricostruito dalla pubblica accusa,  un commerciante del mercato del pesce salernitano, aveva ricevuto messaggi telefonici minatori nel mese di marzo 2021 dopo aver subito, nel precedente mese di gennaio, una rapina nel corso della quale, picchiato con un tubolare in ferro, avrebbe subito la sottrazione di 40mila euro e di un Rolex. Il commerciante avrebbe ricevuto messaggi minatori a marzo del 2021 dopo aver subito, a gennaio, una rapina, nel corso della quale sarebbe stato percosso con un tubolare in ferro e avrebbe subito la sottrazione di 40mila euro e di un Rolex. La stessa vittima sarebbe stata convocata ad un incontro nel quale le sarebbe stata esposta la pretesa degli estorsori, con chiara metodologia mafiosa. Accadde a Sarno alla presenza di Massa e dei due Amoruso. L’inchiesta era partita da una rapina subita da una delle vittime di 40mila euro e di un Rolex e proseguita attraverso l’intercettazione delle telefonate partite da un cellulare e da tre diverse schede intestate ad altrettante persone straniere probabilmente inesistenti oppure decedute. Proprio da quel traffico telefonico e dalle denunce dei due grossisti di pesce, si era arrivati all’individuazione di ciascuno degli indagati e dei loro rispettivi compiti da assolvere. Dalla rapina all’estorsione, fino alle minacce fatte nel bar di Sarno  tutti  avrebbero avuto ciascuno un proprio ruolo.  Ora il giudizio che partirà tra 15 giorni davanti ai giudici salernitani.