Sei condanne e un ritorno davanti ai giudici per il processo giunto al terzo grado di giudizio sulla droga nel porto di Salerno dal Sud America con destinazione Agro nocerino. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione rigettando gran parte delle istanze presentate dai difensori accogliendo solo quella di Mario Passamano di Nocera Inferiore, difeso da Rino Carrara, condannato a otto anni di reclusione nel processo d’Appello. Per lui nuovo giudizio a Napoli.
Per il resto pene invariate. Avevano incassato pene dai 2 agli 8 anni altri sei imputati residenti a Scafati, Pagani e Cava de’ Tirreni. Furono invece assolti, altri 4 imputati. L’organizzazione era finita sotto indagine per traffico internazionale perché operava dalla Colombia al Nord America e in diversi paesi dell’Europa fino a Salerno movimentando droga per decine di milioni di euro. Le indagini della Procura Antimafia di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli, avebano seguito le tracce dell’articolato gruppo impegnato nella gestione del traffico di droga e in altre attività illecite, tra cui il contrabbando di sigarette, per un’operazione che doveva far arrivare un carico di stupefacenti al porto salernitano per 42 milioni di euro, gestita su scala internazionale, dalla Colombia a Salerno, con il lavoro avviato nel 2018 da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e poi la Guardia di Finanza, col gruppo del Gico, fino al gruppo che operava nelle provincie di Napoli e Salerno.
Per la pubblica accusa gli organizzatori erano due e altri faccendieri, addetti al raccordo tra i vari associati, impegnati nella gestione degli uomini di base, a svolgere il ruolo di contatti all’interno del porto di Salerno, facendo filtrare i quantitativi di droga dagli spazi doganali. La gang secondo la Procura era il gancio per le operazioni dei narcos colombiani, facente capo ad una serie di capi tra i quali “Pacho”, un alias con cui si individuava il capomastro, in grado di muovere i suoi riferimenti dal centro degli affari.
Infine c’erano i 157 chili di coca proveniente da narcotrafficanti sud americani, destinati al porto di Salerno e poi a Torre Annunziata, con un sequestro della polizia canadese: ancora, la gang sull’asse Napoli-Salerno aveva lavorato per due spedizioni in trattative portate avanti fino all’intervento della Finanza, di cui una da una tonnellata e un’altra da 200 chili di coca, e ancora, altri due chili fatti arrivare con 70mila euro. Ora la pena definitiva e un nuovo processo.