Droga e cellulari in carcere “Cuomo leader dei pusher” - Le Cronache
Cronaca

Droga e cellulari in carcere “Cuomo leader dei pusher”

di Pina Ferro

Droga e telefonini in carcere a Fuorni pubblicate le motivazioni della sentenza contro il “cartello” dei nocerini emessa dal gup D’Agostino a gennaio scorso. Sentenza di condanna che riguarda 31 imputati che ora presentano Appello per uno sconto di pena o una assoluzione, Per il giudice che ha processato i pusher, il capo del cartello “è Michele Cuomo il quale anche dal carcere controllava- tramite persone a lui sodali- le piazze di spaccio di Nocera Inferiore e l’agro nocerino”. Per il gup a Fuorni e anche fuori si era costituita. “Una capillare organizzazione sul territorio mediante la predisposizione di vere e proprie piazze di spaccio, con una notevole capacità di diffusione sul territorio di sostanze stupefacenti”. È emerso come il boss vertice dell’organizzazione, avesse in collaborazione con i suoi sodali, costituito una piazza di spaccio con la disponibilità di telefoni cellulari per mandare avanti l’attività. “Nel periodo della carcerazione di Cuomo, gli affari sul territorio, su sue direttive, venivano gestite da Mario Tortora e Domenico Rese, con la ripresa della guida una volta scarcerato”, aggiunge il gup. Gli equilibri camorristici tra questi andavano avanti a prescindere dalla detenzione, come confermava una intercettazione di Mario Tortora: “Dobbiamo festeggiare la nostra unione camorristica, le famiglie Tortora Rese si uniscono, Fedele e tra virgolette anche Cuomo, perché Fedele è Cuomo”.I passaggi di droga dall’esterno e fin dentro le mura del carcere di Fuorni, in particolare, rappresentano uno degli elementi chiave del processo, con la ricostruzione dei lanci effettuati da uomini del gruppo, con la complicità di una guardia penitenziaria, per poi attivare lo smercio di droga all’interno, con la gestione del gruppo capeggiato da Cuomo. Tra i quasi due secoli inflitti, c’erano i 17 anni e otto mesi proprio per Cuomo, 16 anni e mezzo per Domenico Rese, 17 anni e otto mesi per Mario Tortora (quelli con maggiori conanne) ma hanno fatto rumore anche i 7 anni e due mesi per Vito D’acunzo e 7 anni e quattro mesi per Michele Nocera, ritenuti suoi luogotenenti. Per tutti i condannati c’è ora l’Appello presentato dai difensori dopo aver letto le motivazioni della sentenza dello scorso gennaio e che ha portato a quasi due secoli di reclusione.