Dopo la condanna il sindaco Canfora all’attacco: “Non sono un criminale” - Le Cronache
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Dopo la condanna il sindaco Canfora all’attacco: “Non sono un criminale”

Dopo la condanna il sindaco Canfora all’attacco: “Non sono un criminale”

Sarno “Attraverso nomine di persone di propria fiducia si sarebbe rafforzata la presenza della propria parte politica nell’istituzione pubblica, secondo una logica di occupazione e spartizione dei posti di responsabilità guidata da criteri di appartenenza e non di competenza” sono le motivazioni della Cassazione che ha respinto il ricorso sulle condanne di tentata concussione per l’ex presidente della Provincia di Salerno Giuseppe Canfora (due anni) e il manager Bruno Di Nesta (un anno e 4 mesi). “Non sono un criminale” tuona Canfora. Per i giudici del palazzaccio capitolino è stato rilevato la complessiva condotta concorsuale degli imputati, diretta a ottenere un’indebita utilità tramite la pesante e condizionante pressione realizzata sulla vittima (Cassandra) con espliciti messaggi intimidatori per evitare conseguenze dannose”. Con riguardo all’elemento costitutivo della minaccia, “i messaggi intimidatori, giunti direttamente a Cassandra da entrambi gli imputati per tentare di costringerlo a sospendere o revocare la nomina già effettuata dei membri del Collegio sindacale perché fossero sostituiti da soggetti politicamente allineati al neopresidente della Provincia, costituiscono, di per sé, l’elemento materiale della condotta contestata. D’altra parte, la serietà della minaccia proferita da Canfora che avrebbe messo in atto “qualsiasi iniziativa per paralizzare l’attività del Consorzio” ha trovato poi concreta realizzazione con l’azione ritorsiva costituita dalla immediata sequenza di provvedimenti caducatori delle designazioni controverse, pur se successivamente definiti illegittimi dal Giudice amministrativo, fino a provocare le dimissioni di Cassandra”. I fatti risalgono al 2013 quando i due hanno tentato di obbligare l’avvocato Gianluigi Cassandra, all’epoca Presidente del Consorzio, a sospendere o revocare i membri del CdA di una partecipata del Consorzio. Intanto arriva la replica del sindaco di Sarno. “Io sono un uomo, un marito, un padre, un nonno, un medico ed un sindaco. Non sono un criminale”. E aggiunge «Leggendo le motivazioni, risulta ancora più evidente che la condanna si basa su dichiarazioni della cosiddetta parte offesa, che erano state ritenute non affidabili dal Procuratore generale della Corte di Cassazione. Sono e mi riterrò sempre innocente. Non ho compiuto alcun crimine, la pena comminata è stata sospesa, alla luce della mia condotta incensurata in tutti questi anni. Mi atterrò scrupolosamente a quanto dicono le leggi, a testa alta; sono lo stesso uomo che ha salvato cinque persone in mare, il medico che ha salvato centinaia di pazienti, il sindaco che si è preso cura di questa città per 10 anni”.