di Pina Ferro
Nessuna misura alternativa al carcere per il sacerdote accusato di abusi sessuali su un ragazzino salernitano di 13 anni. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, al termine dell’interrogatorio di garanzia non ha accolto le richieste di misure alternative al carcere. Troppo gravi le accuse e i riscontri effettuati a carico del sacerdote. Secondo alcune indiscrezioni, sembrerebbe che ci siano riscontri obiettivi ai fatti raccontati raccolti nel corso di perquisizioni e accertamenti effettuati prima di procedere all’arresto di don Livio Graziano, 50 anni residente a San Potito nell’Avellinese. Il religioso è il fondatore di una cooperativa sociale per l’assistenza alle persone, soprattutto giovani, con problemi di depressione e disturbi dell’alimentazione. L’arresto è arrivato a conclusione di una attività investigativa avviata dopo la denuncia presentata dal padre di un ragazzo di tredici anni (difeso dagli avvocati Giovanni Falci e Sergio Maria Manzione), ospite della cooperativa da giugno a settembre scorsi, avrebbero accertato gli abusi. Nella denuncia i legali della famiglia del ragazzo ha presentato anche una folta documentazione ed elementi di prova a sostegno della gravissima accusa. regali, messaggi e tanto altro che il sacerdote avrebbe inviato al ragazzino.