Don Fernando Lupo, il prete di strada che raccontò Dio - Le Cronache Provincia
Battipaglia Provincia

Don Fernando Lupo, il prete di strada che raccontò Dio

Don Fernando Lupo, il prete di strada che raccontò Dio

Da prete di strada ha raccontato Dio per essere parte della creazione. Don Fernando Lupo non è più. È stato parroco per 51 anni Battipaglia a Santa Teresa del Bambino Gesù prima di andare in pensione a settembre del 2021 e chiamato alla Rettoria della Chiesa di Sant’Antonio in Eboli dopo la morte del parroco don Enzo Caponigro.La nomina di parroco della chiesa Santa Teresa del Bambino Gesù, da Sant’Isidoro e dal Sacro Cuore di Gesù,  gli fu affidato all’indomani della rivolta del 9 aprile del 1969. Fino a quell’anno, in città, vi era una sola Chiesa: la Santa Maria della Speranza. La chiesa Santa Teresa del Bambino Gesù venne inaugurata la notte di Natale del 1986, fino a quel 25 dicembre don Fernando Lupo celebrava messa nei garage. Nel 1980 grazie all’Amministrazione Comunale di Battipaglia, sindaco Enrico Giovine, donò alla parrocchia l’ex mattatoio comunale in via Rosa Jemma. Don Fernando Lupo ai suoi 50 anni di sacerdozio, oltre ad essere stato festeggiato dai suoi fedeli, ha avuto l’onore di concelebrare la Santa Messa con Papa Francesco.  Oggi gli sarà dato l’ultimo saluto nella chiesa dove è stato per oltre mezzo secolo. La storia di don Fernando, assai fantasiosa, può esser letta come quella di un prete di strada o come testimonianza di un clima ecclesiale e civile che ha caratterizzato gli ultimi decenni. Per lui Dio non è stato nelle formule, non è stato nelle speculazioni teologiche, non è stato nei riti: tutti elementi preziosi. Ma lui ha voluto testimoniare Dio dei viventi, non dei dogmi.

E’ cresciuto, don Fernando, in quella povertà dignitosa che caratterizzava la gran parte di Battipaglia . Anche perché la memoria del ricordo di don Fernando è amalgamata costantemente con i numerosi e successivi incontri con i poveri e gli handicappati. La fatica e la sofferenza di questi hanno addolcito e limato le asperità via via attraversate.

Poi la stagione conciliare, spesso perennemente in ritardo rispetto all’evoluzione della vita civile e al fascino della politica per gli ultimi. L’inizio del ministero pastorale di don Fernando fu terribile: amici allontanati, solitudine, precarietà. Non era il sacrificio di donazione, era un modo di vivere. Si stava sperimentando la comunità, un modo di convivere conosciuto nella Chiesa. Lui fino all’ultimo ha incontrato i suoi fedeli in un ministero ricco di vita proponendo alle parrocchie che ha retto anche elevati livelli di incontri culturali come quando ad Eboli invito Allam F, Khaled a parlare del dialogo interreligioso. Chiesa piena, don Fernando contento di aver predicato Dio alla gente senza dogmi, senza riti ma con l’affetto di un figlio,