di Alessia Bielli
Dopo 42 anni di attività, va in pensione il dottore Domenico Gatto. Ha svolto il suo lavoro come medico di medicina generale nel comune di Cetara. A ricordare il suo operato anche il sindaco del comune della Costiera Amalfitana, Fortunato Della Monica, che ha ringraziato il medico per l’impegno, la dedizione e la professionalità con la quale in tutti questi anni si è occupato dei cittadini di Cetara. Il dottore Gatto in tutti questi anni ci racconta di aver visitato migliaia di pazienti, non solo residenti nel comune cetarese, ma anche turisti e vacanzieri e alla nostra domanda se vuole ricordare qualche episodio in particolare, cita la sua prima visita ad un neonato… “Era notte, mi ricordo. Mi vennero a chiamare d’urgenza. Erano dei villeggianti, delle persone che erano venute qui a Cetara a trascorrere le vacanze estive. Arrivai a casa di queste persone e c’era un neonato che urlava tanto da far spaccare i timpani. Il punto era che non riuscivo a capire perchè piangesse. Da una prima visita sembrava che tutto andasse bene. Febbre non ne aveva, le spalle erano, come si dice in gergo, pulite. La gola era un poco arrossata, ma forse dal tanto piangere. Quando andai a tastargli l’addome, per farlo gli slacciai il pannolino e improvvisamente il bimbo si calmo ed inizio a dormire. Immediatamente, come se non fosse successo nulla. Che cosa era successo? Ricordo che lo spiegai subito ai genitori. Avevano usato questo pannolino come un cilicio. Povero bambino era stato fasciato in maniera violenta. Un’esperienza diciamo così buffa, se così la vogliamo chiamare”. Il dottore Domenico Gatto, poi passa a parlare della pandemia da coronavirus, “Tutto sommato – dice – a Cetara non c’è stata una grossa emergenza. La prima ondata di pandemia, praticamente, attenendomi a quello che diceva il Ministero della Salute, ho praticato molta telemedicina, ho usato tanto whatsapp e il mio telefono, ricordo, che squillava in continuazione. Però i casi veramente gravi non ci sono stati, anche se abbiamo avuto due decessi. Poi pian piano con l’allentarsi dei sintomi, ho ripreso a fare attività ambulatoriale, utilizzando ovviamente le dovute precauzioni, per salvaguardare me e tutti i pazienti che si recavano presso il mio studio. Con le altre due ondate, il Delta e l’Omicron, sempre con le dovute precauzioni, ho continuato a fare la mia attività, come se fosse un periodo normale. Ed ora, che finalmente la vita sembra piano piano tornare alla normalità, posso andare in pensione”.