di Clemente Ultimo
Fugati i timori provocati dal perdurare del conflitto in Ucraina, la stagione turistica in Costiera Amalfitana fa registrare numeri da record, con un impatto che va ben oltre il tutto esaurito che si registra in molte delle strutture alberghiere del comprensorio. Fondamentale per il raggiungimento di questo risultato il ritorno, in grande stile, dei turisti statunitensi dopo lo stop imposto dalla pandemia. «Il prevedibile calo nella presenza di turisti russi – sottolinea Giuseppe Gagliano, imprenditore alberghiero di terza generazione con l’Hotel Tritone di Praiano – è stato fortunatamente più che compensato dal ritorno degli americani che, dopo tre anni di astinenza, hanno ripreso a viaggiare verso l’Europa. È soprattutto grazie a loro se già dalla metà di maggio molte strutture in Costiera fanno registrare il tutto esaurito e, soprattutto, ci sono positive indicazioni per un ottimo mese di settembre e la possibilità di buone prospettive per la prima metà di ottobre». Meno russi, tanti americani: tutti contenti? «C’è da dire in premessa che la presenza di turisti russi non è mai stata particolarmente forte in Costiera Amalfitana, dunque la contrazione ha pesato poco rispetto a zone come la Costiera Sorrentina dove più marcati sono questi flussi. Nelle ultime settimane, comunque, anche qui da noi qualche turista russo ha fatto capolino: non immagino che giro tortuoso sarà stato costretto a fare! Quanto alle presenze statunitensi: in questo caso è bene sottolineare come non si tratti solo di un dato numerico, ma anche qualitativo. Gli americani hanno abitudini di spesa profondamente diverse da quelle dei turisti europei, cosicché della loro presenza beneficiano molte altre attività oltre ad alberghi e ristoranti. E questo è certamente un fattore positivo per tutto il territorio». Gli ottimi risultati maturati finora e le prospettive più che interessanti per le prossime settimane sono accompagnati, tuttavia, da vecchie polemiche, ad iniziare ad quella legata al sistema delle targhe alterne per l’accesso alla Costiera. «È praticamente da sempre che ascolto discorsi pro e contro questo sistema. Difficile poter sostenere che sia il rimedio più efficace, ma dobbiamo partire da un punto fermo: una limitazione d’accesso è indispensabile per un territorio con una capacità di carico limitatissima come il nostro. Però sarebbe opportuno ampliare la riflessione senza ridursi a pensare che l’unico problema siano le auto o i bus turistici. Giusto per fare un esempio: quante volte a bloccare il traffico sono i furgoni dei fornitori? Possibile che non si possa avviare un confronto tra i diversi comuni per trovare una soluzione condivisa? Non sono un esperto di logistica e non ho la competenza per dare indicazioni, ma guardo con attenzione a soluzioni messe a punto altrove, magari con la creazione di piccoli hub. Anche sul fronte mobilità voglio sottolineare l’impatto positivo dei flussi turistici provenienti dagli Stati Uniti: viaggiatori che arrivano in aereo in Italia e raggiungono la Costiera con i mezzi pubblici o ricorrendo ad agenzie, insomma niente auto private». Il trasporto marittimo è una valida alternativa? «Il servizio mi sembra efficiente e con corse frequenti, certo ci sono limiti strutturali difficilmente superabili. Mi riferisco in particolare alla mancanza di approdi tra Amalfi e Positano». In un momento in cui tutti i settori produttivi sono costretti a fare i conti, letteralmente, con il caro energia, qual è l’impatto degli aumenti sul comparto alberghiero? «Il fenomeno era facilmente prevedibile, quello che nessuno avrebbe potuto immaginare è la sua dimensione: siamo a bollette quadruplicate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Al momento non si vede soluzione al problema: il ricorso al credito di imposta previsto dal decreto aiuti è poca cosa e non solo perché la percentuale prevista è bassa, ma soprattutto perché prevede comunque il pagamento delle bollette. Pagamento che può portare ad una crisi di liquidità per le imprese. La prospettiva non è facile, credo che più di un imprenditore valuterà se restare aperto 15/20 giorni in più o chiudere per tagliare i costi». Un’ottima stagione turistica potrebbe essere chiusa in anticipo a causa del caro bollette, un paradosso. «In parte. È bene tener presente che solo una domanda molto forte può giustificare l’apertura di strutture che hanno elevati costi di gestione. Incluso quello per il personale di cui, altro paradosso, quest’anno c’è stata grave carenza». Si ripropone il dilemma: colpa del reddito di cittadinanza o dei salari bassi? «È un gioco che non mi appassiona questo. Mi limito a dire che certamente il reddito di cittadinanza – al di là di ogni considerazione sulla sua utilità o meno – è uno dei fattori da tenere in conto nel momento in cui le imprese hanno difficoltà a trovare personale. Quanto ai salari bassi o addirittura a retribuzioni sotto il minimo, mi sento di dire che il tessuto imprenditoriale della Costiera Amalfitana è un tessuto virtuoso, attento a tutelare i suoi collaboratori. Ovviamente non posso escludere che ci siano pochi che inquinano il mercato, rendendo poco conveniente l’offerta. E poi ci sono altri fattori da tenere in conto, in primo luogo lo sviluppo turistico che hanno avuto centri come Agerola o Tramonti, tradizionali “serbatori” di lavoratori per i centri costieri: molti di quelli che fino a qualche anno fa lavoravano negli alberghi della Costiera oggi magari gestiscono un B&B o un ristorante nei comuni collinari. C’è poi la difficoltà delle strutture alberghiere ad offrire alloggio ai collaboratori, fattore che limita la possibilità di reclutare personale da centri troppo lontani. Anche su questo tema occorre un’attenta riflessione».