Di Serio e Il rumoroso silenzio della memoria - Le Cronache Spettacolo e Cultura
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Di Serio e Il rumoroso silenzio della memoria

Di Serio e Il rumoroso silenzio della memoria

Mi mostravi la ferita e il nostro tempo, / inondavi il mare con la tua ombra / soffice e stellata / saltelli / sui miei occhi mentre guardo l’abisso.

Termina così l’ouverture della “Piccola suite per Fanci”, in questo chiaroscurale concerto poetico che Marco Di Serio ha dedicato alla sua Francesca, la giovane moglie scomparsa dopo un troppo breve ma intensissimo incontro matrimoniale. Come ogni ouverture musicale che si rispetti, contiene in nuce le note del tema che farà da filo conduttore per tutta l’opera. Mentre lui contempla con lo sguardo svangato e svuotato l’abisso dell’assenza, lei saltella sui suoi occhi e ridiventa presenza. E scatta un elettrico contrasto tra il vuoto del momento e il “loro” tempo vissuto insieme, quando erano rifioriti i rami seccati dei loro smarriti giardini e nei fondali del mare della vita guizzavano e bisbigliavano le loro meraviglie, nello slancio di smanie azzurrate e di fiammelle purtroppo trapassate. Non si può restare indifferenti di fronte a questo emozionante ed emozionato cammino del tempo e nel tempo, così come non si può non restare ammirati di fronte alla magistrale e raffinata padronanza della lingua italiana, e poetica in particolare, del resto già dimostrata dall’autore nella sua prima opera, un saggio di quella cultura musicale che è la sua passione più profonda e che ha favorito l’incontro con Francesca, anche lei esperta e sensibile frequentatrice delle note e del pentagramma. Come una suite rimane nel tempo, questa raccolta continuerà a suonare, nella mente di coloro che la leggeranno e la faranno propria, anche superando alcuni inevitabili ermetismi derivanti dalla complicità dei ricordi a due, cercando col cuore e con la ragione il filo che lega le poesie, in un cammino dove due sposi navigano insieme e separati sul mare della vita.