di Arturo Calabrese
seconda parte
Roccadaspide e Dervit dicevamo. Le ultime notizie di sequestri da parte della Guardia di Finanza parlano di altre commistioni tra l’inchiesta primaria e la società rocchese di Vittorio De Rosa, oggi agli arresti domiciliari. Come abbiamo visto, il comune di Roccadaspide, all’epoca dei fatti guidato dal sindaco oggi vice Girolamo Auricchio, ha affidato un ingente lavoro alla Dervit per la pubblica illuminazione. Lavori su cui sono stati alzati diversi dubbi, pubblicati qualche giorno fa da questo giornale. Piccolo riassunto.
Il comune ha emanato il bando, lo vince la Dervit, ovviamente, grazie ad un ribasso della base d’asta. Nel contratto, però, vengono aggiunti dei punti luce. A conti fatti, se la base d’asta del contratto di gestione dell’illuminazione pubblica del 2010, compreso il fantomatico efficientamento energetico, era pari a 7.936.703,76 euro, Dervit se lo aggiudicava con un iniziale ribasso di quasi 500mila euro, a cui successivamente il comune di Roccadaspide compensava aggiungendo un regalo immediato con un aumento di profitto di circa 250mila euro per i punti luce dimenticati e successivamente circa un milione e mezzo di euro per efficientamento.
E quindi la base d’asta, anziché abbassarsi come da legge, con un colpo di magia è sforata abbondantemente con vantaggiosi aumenti per Dervit sia diretti che indiretti. Ovviamente c’è ancora molto altro, elementi che parlano di un sistema molto ben radicato con al centro proprio la Dervit. Tanti sono i contatti tra ente e società: lavori, incarichi, regali, pubblicità. Un continuo do ut des che in altri comuni ha fatto scattare l’interesse della Procura con gli arresti eccellenti delle settimane scorse e con i recenti sequestri e perquisizioni ai danni di imprenditori, funzionari, un politico e il famoso membro dello staff. Un grande cerchio che, pare, giri intorno al perno costituito da Dervit. Un fattore, questo, su cui continuano le indagini della Procura della Repubblica di Salerno e della Guardia di Finanza.