di Andrea Pellegrino
«O con me o contro di me». La strategia di Vincenzo De Luca parla chiaro. Perfino il «Salernocentrismo» è stato superato dal «delucacentrismo». E dove non si può arrivare a suon di decreti, si taglia definitivamente il problema dall’origine. E’ il caso dell’Arsan, l’agenzia a guida Montemarano, sulla quale pende la spada di Vincenzo De Luca. Ma l’operazione sarebbe saltata anche ieri mattina, con il rinvio della commissione sanità che, nel giorno festivo per eccellenza, avrebbe dovuto (aprendo così la struttura regionale nella giornata festiva) approvare la chiusura dell’ente regionale, per poi far approdare il caso anche in aula consiliare per il via libera definitivo. Stamattina la commissione si riunirà e, se tutto procederà liscio, l’argomento andrà in aula già martedì. Sul provvedimento ci sono ben ottocento emendamenti presentati dal centrodestra, di cui gran parte a firma dei Fratelli d’Italia per «salvaguardare» la struttura sanitaria. Ma la sorte di Montemarano toccherà anche a Pasquale D’Acunzi che vedrà, tra non molto, chiudere la sua Arlas. «Delucacentrica», invece, diventa la Fondazione Ravello, dove il governatore ha piazzato, al posto del sociologo De Masi, direttamente il suo consulente alla cultura, ossia il professore Sebastiano Maffettone che già occupa anche il ruolo di consigliere nel Cda nel Teatro San Carlo di Napoli. Una sorta di commissariamento per la Fondazione Ravello che in pochi mesi ha già cambiato un presidente, non senza accese polemiche. Complice l’inchiesta romana, le nomine Asl restano congelate, con il consigliere politico alla sanità di Vincenzo De Luca, Enrico Coscioni che resta in attesa di «nuove direttive». Pare che, nonostante il provvedimento di nomina in scadenza, Antonio Postiglione resti alla guida (come commissario) dell’Azienda sanitaria di via Nizza. Qui, però, Vincenzo De Luca, ci ha piazzato un sub di sua vecchia conoscenza. Si tratta di Caterina Palumbo, un tempo funzionaria dell’ufficio tecnico di Palazzo di Città, poi trasferita al “Ruggi d’Aragona” ed oggi all’Asl nominata sub commissario amministrativo dal governatore. Resta, invece, in stand by la nomina di Attilio Bianchi, deluchiano doc, alla guida dell’ospedale “Ruggi d’Aragona” di via San Leonardo. Sempre in tema di commissari, è recente la nomina dell’architetto Giuseppe Grimaldi che sarà a capo della struttura commissariale per l’emergenza Sannio. Grimaldi è il funzionario dell’Autorità di Bacino che ha rilasciato tutti i permessi (positivi) a favore dell’opera Crescent e Piazza della Libertà, interventi finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura della Repubblica di Salerno. In campo di trasporti, oltre Umberto De Gregorio, suo primo fan più agguerrito, all’Eav, Vincenzo De Luca ha fatto approdare ad Avellino direttamente il salernitano Alberto De Sio, da tempo impegnato al Cstp di Salerno, oggi guidato dal già rettore Raimondo Pasquino, convertitosi al «deluchismo» dopo lo strappo con Ciriaco De Mita. Perso, invece, Carmelo «Nello» Mastursi (dimessosi allo scoppiare dell’inchiesta della Procura di Roma) a Palazzo Santa Lucia, lo staff presidenziale comunque si è arricchito di nuove figure: tra queste, quelle del salernitano Fabio Tamburro e di Gino Cimmino, quest’ultimo già coordinatore provinciale del Pd Napoli. Tra i salernitani, resiste Alfonso Buonaiuto a capo della segreteria tecnica (e mantiene anche il ruolo di assessore al bilancio al Comune di Salerno, quasi sempre assente), che ambisce però al ruolo occupato da Mastursi. Al vertice della struttura c’è un altro salernitano: Sergio De Felice (consigliere di Stato) che è capo gabinetto. Ed è salernitano anche il capo ufficio stampa del presidente, ossia l’ex capo della redazione di Salerno de “Il Mattino”, Paolo Russo. Prossima “vittima” del sistema potrebbe essere Tommaso Pellegrino (sindaco di Sassano), neo presidente del Parco Nazionale del Cilento (nominato dal ministro), sul quale si è abbattuta l’ira del presidente De Luca (all’oscuro della nomina probabilmente) ed anche dell’Udc che spera di ottenere qualcosa, in virtù dell’accordo fatto a sinistra. Il nome dei moderati è quello di Corrado Matera, cugino del segretario provinciale dell’Udc, Luigi Cobellis. Contro la nomina di Pellegrino ci sarebbe al vaglio anche un ricorso per incompatibilità predisposto da alcuni amministratori del Cilento. Infine, il prossimo a pagare l’effetto deluchiano potrebbe essere Mario De Biase, ex sindaco di Salerno, il cui incarico di commissario regionale per le bonifiche è in scadenza a dicembre.