Scafati. Depositate e rese pubbliche le motivazioni sul delitto di Dino Faucitano per il quale Carmine Alfano bim bum bam è ritenuto l’unico colpevole e per questo motivo a febbraio scorso era stato condannato all’ergastolo nel processo di primo grado. “Era l’unico che avrebbe avuto interessi ad eliminare la vittima”. Lo scrivono i giudici della Corte d’Assise di Salerno in 73 pagine per ricostruire quanto avvenne in piazza Falcone e Borsellino nell’aprile 2015. Alfano (ritenuto contiguo ai clan di Boscoreale, Aquino-Annunziata) è stato condannato all’ergastolo mentre gli altri coimputati che rispondevano in concorso del reato di omicidio sono stati assolti “per non aver commesso il fatto”. I giudici rimarcano come lo stesso Alfano si sia procurato la moto “pezzottata” per il delitto tramite Barbato Crocetta condannato a 4 anni e 2 mesi per ricettazione (non avrebbe saputo dell’utilizzo del mezzo) e come qualche giorno prima dell’agguato a Faucitano abbia minacciato in strada alcune persone a cui si era rivolto lo stesso Dino al fine di ottenere un prestito di 700 euro per estinguere il debitoper la droga che la vittima avrebbe avuto con Alfano. “Se non pago la droga quello mi uccide”, disse al collaboratore di giustizia Dario Spinelli il quale fu poi minacciato da Alfano. “Se esce il mio nome ti sparo”. Non solo, perchè lo stesso Alfano in carcere qualche anno dopo avrebbe teso un agguato al pentito che si salvò per prontezza di riflesso (e perchè era stato avvisato) sferrando un pugno ad Alfano che lo stava colpendo con un oggetto appuntito dopo essergli saltato addosso. Accadde una mattina a Fuorni durante l’ora “d’aria” per i detenuti. Per quanto riguarda gli altri coimputati non esiste secondo i giudici della Corte d’Assise di Salerno (presidente Vincenzo Ferrara) una prova certa che siano complici di Alfano: Marcello Adini era con bum bum bam in moto quando Faucitano fu trovato in strada a parlare con dei conoscenti (per il famoso prestito) e non intervenne sulla discussione, inoltre aldila di qualche dichiarazione di un collaboratore di giustizia il suo nome non emerge. E su Rizzo invece i giudici hanno ritenuto che la presenza in piazzetta Falcone e Borsellino fosse alquanto casuale al cospetto della pubblica accusa che avrebbe ritenuto lo stesso Rizzo ‘o tedesco colui che “aveva portato a dama” Faucitano. “Le dichiarazioni dei testimoni e il tenore dello stato d’animo di Rizzo subito dopo il delitto lascia pensare che non sapesse nulla dell’agguato”. Motivazioni ovviamente che non trovano d’accordo i difensori di Alfano che ritengono la ricostruzione del delitto pregna di contraddizioni e per questo motivo che hanno presentato appello contro l’ergastolo per il loro assistito. Si attende la mossa della Procura che aveva chiesto il fine pena mai anche per altri imputati (Rizzo e Adini) ed è probabile che si rivolga ai giudici dell’Assise Appello contro le sentenze di assoluzione di circa 4 mesi fa.
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Il Nic determinante in operazione DDA a Napoli
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