di Andrea De Simone*
La notizia della dipartita del carissimo Cesare Festa mi ha profondamente addolorato.
Ci siamo conosciuti e frequentati in Consiglio Provinciale tra gli anni ’80 e ’90. Le contrapposizioni ideologiche, ancora forti in quegli anni, si trasformavano, in odio per il “nemico”. Se era così per alcuni, non lo era né per me né per Cesare. Sin dai primi interventi, in Commissione ed in Consiglio, ebbi modo di apprezzare la serietà del rappresentante istituzionale che, con pacatezza e passione, proponeva temi di interesse generale e non di parte. Eravamo consiglieri di opposizione al vecchio pentapartito, io da sinistra, lui da destra. Si lavorava bene con Cesare, soprattutto nelle Commissioni convocate per preparare gli argomenti da discutere in Consiglio Provinciale. Eravamo animati dalla volontà di affrontare e risolvere problemi, non di contrapporci a prescindere. Il nostro rapporto, con la mia elezione a Presidente della Provincia si rafforzò e si consolidò. Cesare ebbe modo di verificare come, alcuni emendamenti che, insieme avevamo predisposto dall’opposizione, si potessero trasformare in delibere esecutive. In materia di personale, indubbiamente, Cesare era il più esperto, il più bravo. Una sorta di “Assessore al personale ombra”.
Cosi lo appellavano alcuni rappresentanti sindacali, quando lo indicavo come l’interlocutore a cui rivolgersi in materia di personale dell’ente. Gli emendamenti di Cesare si potevano approvare ad occhi chiusi: rispettavano le norme, i contratti, i capitoli di bilancio. Tutto questo, naturalmente, non annullava le appartenenze. Tuttavia, anche tra persone distanti, possono prevalere sentimenti di stima e di affetto. Nessuno me ne voglia ma io con Cesare Festa ho condiviso esperienze umane che hanno prevalso nettamente sulle tessere di partito. E’ stato cosi anche con Enzo Fasano, che ci ha lasciati prima di Cesare e con il quale potrà incontrarsi di nuovo per riprendere discussioni interrotte. Cesare era una persona colta ed umile, animato da una grande passione civile. La politica salernitana perde un serio rappresentante, un galantuomo, una persona per bene, un uomo leale.
Già presidente
della Provincia