di Monica De Santis
Con una lunga nota inviata ai Prefetti delle cinque provincie campane, ai presidenti delle camere di commercio sempre di Napoli, Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, l’Associazione Italiana delle Imprese, FederComTur e l’Associazione Bed & Breakfast ed affittacamere della Campania fanno il punto ad un anno di pandemia e con alle spalle una Pasqua e un Natale in rosso. Per le categorie da noi rappresentate (Commercio, Turismo, Servizi, ristorazione, Artigianato e Pubblici Esercizi), – scrivono Ernesto De Rosa, Claudio Pisapia e Agostino Ingenito – ci sembra ora che ci si assuma le proprie responsabilità. Queste non sono “Zone Rosse”, e le misure di contenimento del virus, come già affermato lo scorso Natale, non hanno dato i risultati sperati, anzi la situazione è peggiorata. I controlli sono pressoché inesistenti e non c’ è raccordo tra le forze dell’ordine e le forze di polizia locale; non è necessario scendere nei particolari, basta guardare le immagini dei week end, e con il caldo imminente, la situazione non può che peggiorare. Ci si può immedesimare nella gente che vuole evadere, uscire dalle case, ma ciò non può essere plausibile per coloro che hanno le attività chiuse, e hanno perso stagione invernale e stagione primaverile. – proseguono De Rosa, Pisapia e Ingenito – Vedere le vie dello shopping popolate di gente che passeggia, magari con l’autocertificazione farlocca, lo stipendio accreditato, e tenere chiuse le attività con il rischio di non poter “mettere più il piatto a tavola” e dover licenziare i propri collaboratori, è uno strazio. Come già, rimarcato a Natale chiediamo ascolto e non solo: chiediamo accoglimento delle nostre proposte, tavoli condivisi e protocolli di sicurezza; noi non vogliamo caos, proteste e disordini nelle città; noi chiediamo raccordo tra il ministero dell’Interno e le Istituzioni locali; chiediamo controlli veri, chiediamo un programma di aperture scaglionate, orari condivisi, giorni alterni e regole certe per gli esercenti; chiediamo chiarimenti sui viaggi all’estero autorizzati per questa Pasqua, che potrebbero essere deleteri per la salute e per il turismo interno, chiuso e dimenticato, con un piano vaccini che finalmente sta per decollare e meriterebbe massima attenzione, anche rispetto alle tante varianti che potrebbero venire dall’estero. Noi vogliamo lavorare. – scrivono le tre associazioni – Noi non siamo dalla parte di chi vuole trasgredire, chiediamo decreti attuativi e regole certe per tenere gli esercizi aperti; siamo dalla parte di chi vuole lavorare in sicurezza e nel rispetto delle regole, per non “morire”. I ristori insufficienti, non possono sostituire e inficiare i sacrifici di una vita. Restiamo a disposizione con le nostre modeste associazioni in rappresentanza di categorie produttive, per aiutare le Istituzioni a creare un modello condiviso. Prepariamo insieme un cronoprogramma di aperture, controlli, regole e sanzioni che vadano a colpire coloro che sgarrano e non vadano a penalizzare sempre le solite categorie. Attrezziamoci fin d’ora ad un’estate diversa da quella dello scorso anno, che aiuti coloro che la mattina alzano la saracinesca per portare il pane a casa”.