di Clemente Ultimo
“Salerno non ha una cultura del mare”. È con questa drastica constatazione che l’avvocato Orazio De Nigris, chief executive officer di Salerno Stazione Marittima, apre l’intervista che segna la seconda tappa del “viaggio” iniziato di Le Cronache dedicato al comparto marittimo salernitano, a limiti e potenzialità dello stesso e, soprattutto, al difficile rapporto tra la città e questo fondamentale settore economico. Comparto che nel segmento del traffico crocieristico ha una componente importante, tuttavia raramente considerata per l’impatto economico ed occupazionale che genera – o potrebbe generare – e costretta piuttosto negli angusti limiti di una sterile polemica. Segno di una generale mancanza di visione sistemica dell’economia cittadina. E non solo. “La nostra città – prosegue De Nigris – ha sempre considerato il mare come un ostacolo al proprio sviluppo, piuttosto che come una risorsa da valorizzare. Del resto basta guardare come nel corso degli anni è stata immaginata la geografia urbana e di conseguenza si è dato corso allo sviluppo del tessuto urbano: semplicemente del mare non si è tenuto conto. È stato necessario attendere il radicale riassetto del litorale salernitano per iniziare ad immaginare, e concretizzare, una visione altra della città e del suo rapporto con il mare. Da questo punto di vista la Stazione Marittima può essere considerata come una sorta di cerniera tra il porto commerciale e la città, un elemento capace, nel contempo, di legare queste due realtà finora incapaci di dialogare e di proiettare le attività marinare verso il cuore del tessuto urbano”. Questa funzione di cerniera è sufficiente per superare una cesura così profonda? Come si può rimediare all’incomunicabilità che finora ha caratterizzato il rapporto tra il comparto marittimo e le altre articolazioni della realtà salernitana? “Senza dubbio è necessario che ognuna delle parti faccia dei passi in direzione dell’altra. Come Stazione Marittima siamo consapevoli di dover strutturare un ufficio comunicazione che renda più agevole il dialogo ed il confronto con la città. È uno dei nostri obiettivi. Per concretizzarlo, però, è necessario che i volumi di traffico rendano sostenibile questa struttura. Dall’altra parte sarebbe opportuno un approccio basato su un minimo di informazione sul funzionamento, certamente non semplice, del comparto crocieristico. Devo dire, tuttavia, che qualche elemento positivo non manca, ad iniziare da un confronto più attento e costruttivo con l’amministrazione comunale, per arrivare alla collaborazione nata con l’Istituto Virtuoso: alcuni studenti sono impegnati in un progetto di alternanza scuola lavoro che li vede collaborare nella prima accoglienza dei crocieristi presso la Stazione Marittima. Grazie a queste collaborazioni è nato un vero e proprio infopoint che svolge una interessante azione di supporto”. Proviamo a sintetizzare con qualche numero l’impatto che il traffico crocieristico ha su Salerno, intesa ovviamente come realtà che supera il capoluogo, e sulle prospettive future. “Partiamo da una premessa: la stagione crocieristica 2022 si muove con regole completamente stravolte dalla pandemia. Se in passato si lavorava su programmazioni triennali, oggi siamo su tempi quasi immediati: basti pensare che a novembre avevamo un calendario con 70 navi da crociera in arrivo, ora siamo a 75, compresi due arrivi di Costa, e qualcun’altra potrebbe ancora aggiungersi. Numeri che, da soli, testimoniano di come ormai Salerno sia una realtà consolidata nel panorama degli approdi crocieristici. Questo significa che quest’anno porteremo in città tra i 60 ed i 70mila crocieristi. A cui si devono aggiungere i 50mila passeggeri di traghetti ed aliscafi che transitano dalla Stazione Marittima e quelli che usufruiscono del Masuccio. Qui nel 2019 abbiamo registrato qualcosa come 700mila passeggeri, scesi nel 2021 a 350mila per evidente effetto della pandemia, ma tutto ci dice che quest’anno ritorneremo su numeri pre-covid. Se si considera che, in media, ogni crocierista lascia in città tra i 60 ed i 120 dollari si ha un’idea dell’impatto positivo che questo settore ha sull’economia cittadina”. Insomma, la Salerno turistica è una realtà “Sì, anche se erano veramente in pochi a credere che fosse possibile raggiungere questo risultato. Eppure oggi, nel nuovo scenario del turismo internazionale, ci stiamo collocando e bene. Del resto la posizione baricentrica di Salerno, incastrata tra la costa d’Amalfi ed il Cilento, è una risorsa che attendeva solo di essere valorizzata al meglio. C’è, infine, un ulteriore aspetto da considerare: il settore crocieristico è solo una frazione del pil prodotto dal comparto turistico, ma spesso funge da vera e propria porta d’accesso per il territorio: un crocierista arriva, ha modo di conoscere il territorio e spesso vi torna. È quello che a Salerno sta succedendo con i tedeschi, grazie agli accordi che abbiamo chiuso con uno dei principali operatori della Germania”.