«I comitati che si divertono a far perdere tempo scaricano i costi del loro divertimento sui cittadini». Vincenzo De Luca commenta la vicenda Crescent e Piazza della Libertà ed accede lo scontro con i comitati, ed in particolare con il No Crescent. «Pagano – dice De Luca in merito ai ritardi – quei 2mila giovani che potevano essere messi al lavoro. Paga il comune perché non aver potuto utilizzare 1000 posti auto di parcheggio ha rappresentato un danno economico importate e ne pagano anche i commercianti che non hanno avuto la possibilità di poter richiamare i consumatori avendo un parcheggio straordinario a disposizione. Però – conclude De Luca qualcuno si è divertito per quattro anni». Parole finite al centro di una querela che sarà presentata dal comitato No Crescent. «Le dichiarazioni di De Luca in ordine alla questione Crescent sono diffamanti, inesatte, strumentali e travisano la realtà», dicono i rappresentanti del comitato: «E’ paradossale che un amministratore pubblico sia contento di un provvedimento giudiziario che sembra annullare il pagamento a favore del comune di 6 milioni di euro da parte dei privati, in un procedimento di iniziativa della Procura della Repubblica che, peraltro, riguarda un aspetto cautelare e che non risolve le problematiche del Crescent nonchè quelle connesse al processo di merito in corso. Pensasse il governatore al suo processo penale che lo vede imputato per la questione Crescent dinanzi alla II Sezione penale del Tribunale di Salerno ed al prossimo procedimento riguardante la variante della piazza. Pensasse – proseguono – ai danni causati per la piazza crollata certamente non imputabili ai comitati ed alle associazioni. Pensasse ai soldi pubblici sperperati per un progetto esclusivamente privato, in quanto con la variante comunale, nel vano tentativo di ridurre l’impatto ambientale e di salvare le opere abusive eseguite, ha disposto l’eliminazione di tutta la parte a destinazione pubblica. Pensasse alla firma che lui ha apposto davanti ad un notaio su di un contratto di compravendita con il quale ha garantito i lavori privati con i soldi delle casse comunali e quindi a carico dei cittadini. Pensasse ai danni sia ambientali che erariali, causati dall’utilizzazione abusiva del demanio marittimo ed idrico». (andpell)
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