D'Amato: Carenza di medici, «serve intervento nazionale di più ampio respiro» - Le Cronache
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D’Amato: Carenza di medici, «serve intervento nazionale di più ampio respiro»

D’Amato: Carenza di medici, «serve intervento nazionale di più ampio respiro»

di Erika Noschese
L’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona pronta a scendere in campo, con diverse iniziative, per fronteggiare la carenza di personale, un problema ormai persistente che peggiora proprio nel periodo estivo quando, complice anche la presenza di turisti stranieri sul territorio, si moltiplicano gli accessi al pronto soccorso. La conferma arriva dal direttore generale Vincenzo D’Amato che evidenzia come il reparto più problematico sia quello dell’emergenza urgenza. Proprio nei giorni scorsi infatti il Ruggi ha pubblicato un avviso per arruolare medici a gettoni per garantire la copertura dei turni nei Pronto Soccorso e fronteggiare l’emergenza.
«Tutti gli anni sono così e si mettono in campo diverse iniziative esattamente come sta facendo il Ruggi. Abbiamo fatto il concorso per l’emergenza urgenza e alcuni hanno già preso servizio presso le nostre strutture; abbiamo attivato altre due procedure, quelle che la norma ci consentiva di fare per quest’anno; abbiamo indetto un avviso per gli specializzandi: per otto ore possono essere impegnati nelle attività ospedaliere e abbiamo attivato un’altra procedura a tempo determinato rivolta a tutti i medici per 38 ore settimanali – ha dichiarato il direttore generale D’Amato – Ci rivolgiamo a tutte le categorie di medici per andare soprattutto a coinvolgerli nell’ambito dell’emergenza urgenza per quei reparti che soffrono di più la carenza di personale. Mi auguro che superata questa fase si possa uscire definitivamente da questa condizione». Per il dg D’Amato il cambio di rotta potrebbe e dovrebbe arrivare dal governo nazionale per ridare respiro ai pronto soccorso ed evitare turni massacranti per i pochi medici in servizio. «Le iniziative sono veramente tante fermo restando che ci vorrebbe un intervento di respiro più ampio, a livello nazionale perché il problema c’è, i giovani hanno la possibilità di scegliere ma non scelgono i reparti a rischio – ha detto infatti Vincenzo D’Amato – Bisogna rendere questi reparti e quest’attività più attrattiva; le aziende e la Regione non hanno gli strumenti devono essere delineati in ambito nazionale con i contratti di lavoro, normativa ad hoc». Da qui la proposta di offrire ai giovani specializzandi borse di studio in quantità maggioe rispetto a quelle offerte oggi: «Mi auguro si possano prevedere un maggior numero di borse per gli specializzandi ma è necessario evitare che queste borse vadano deserte per determinate discipline come l’emergenza urgenza, bisogna far sì che quell’attività sia più attrattiva per i giovani», ha aggiunto D’Amato.