di Clemente Ultimo
La grande fontana disegnata dall’architetto catalano Oriol Bohigas, realizzata accanto al Grand Hotel Salerno “firmato” da Nicola Pagliara, sarebbe dovuta diventare uno dei simboli della città ridisegnata dalla grandi firme dell’architettura contemporanea, invece – più mestamente – è finita preda del degrado, tanto da far ipotizzare un paio di anni fa la sua demolizione. Eppure proprio dalla riqualificazione di quell’area prende le mosse un interessante ed innovativo progetto di rigenerazione “umana ed urbana”, elaborato da Umberto Bisogno, giovane professionista salernitano che, a conclusione del Corso Executive “Progettazione e gestione dei Fondi Europei” presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, ha presentato il “Progetto Treen”.
Si tratta di un articolato piano d’intervento – di cui dovrebbe farsi promotore l’amministrazione comunale, finanziabile all’80% grazie alle risorse del Fondo Fers e per la restante parte grazie al contributo di partner come la Regione Campania e l’Università di Salerno, per limitarsi alle figure istituzionali – che mira non solo alla riqualificazione del territorio, ma al miglioramento della qualità dell’aria, dunque della salute dei salernitani, attraverso la promozione di stili di vita salutari. «Gli indicatori forniti dall’European Enviroment Agency – spiega Umberto Bisogno – ci dicono purtroppo che la qualità dell’aria che respiriamo a Salerno non è certo delle migliori. In particolare i livelli di PM10, PM 2,5 e biossido d’azoto registrati in città sono superiori alle soglie d’attenzione, di qui l’idea di lavorare allo sviluppo di un progetto d’intervento che consentisse di incidere positivamente sul problema, con azioni innovative destinate ad avere ricadute anche su altri ambiti, come la digitalizzazione, l’inclusione sociale, la mobilità sostenibile».
Se queste sono le premesse, la concretizzazione del progetto prende avvio dall’individuazione di alcune aree cittadine da riqualificare; in questo caso il “campo di sperimentazione” è stato individuato in un luogo simbolo – nel bene e nel male – della Salerno contemporanea, la fontana disegnata da Oriol Bohigas. È qui, infatti, che dovrebbe sorgere la prima “area di allenamento 4.0”, ovvero uno spazio dotato di attrezzi sportivi di ultima generazione, in grado di produrre energia elettrica mentre vengono utilizzati. Strumenti progettati per essere utilizzati anche dai disabili – l’intera area è priva di barriere architettoniche – e disponibili gratuitamente. Accanto all’area sportiva – visibile grazie ai rendering elaborati dal designer industriale Roberto Rago – è prevista la realizzazione di un punto di interscambio per biciclette e monopattini elettrici, naturalmente dotati di impianti fotovoltaici per la produzione di energia. Lo spazio è inoltre dotato di una stazione di monitoraggio del traffico e dell’inquinamento dell’aria e tutte le attività sono gestite da un’applicazione appositamente sviluppata, disponibile gratuitamente nella sua versione base. Quanto alla sostenibilità economica del progetto, essa è garantita dalla vendita degli spazi pubblicitari, dal noleggio delle due ruote elettriche nonché dall’accesso a pagamento alle funzioni “pro” dell’applicazione.
«L’obiettivo – dice Umberto Bisogno – è quello di favorire la diffusione di stili di vita salutari, grazie alla pratica sportiva ed alla diffusione della mobilità elettrica. A questo proposito abbiamo tratto insegnamento dagli scarsi risultati conseguiti in città con progetti analoghi. Altro aspetto che mi piace sottolineare è quello relativo all’inclusione sociale: abbiamo lavorato molto sull’aspetto della sostenibilità economica delle strutture perché riteniamo giusto che siano disponibili gratuitamente per tutti, offrendo la possibilità di una pratica sportiva costante anche a chi non può permettersi il costo di una palestra. Anche la scelta di attrezzi utilizzabili da persone disabili va in questo senso». Il progetto prevede la creazione di una vera e propria rete di aree di allenamento 4.0 sul territorio cittadino, vuoi per offrire una opportunità di riqualificazione urbana diffusa, vuoi per aumentare l’accessibilità, vuoi per consentire un’azione di monitoraggio capillare sul territorio.