Di Antonio Manzo
Basterebbe solo ricordare l’emozione planetaria del Discorso alla Luna che papa Giovanni l’11 ottobre 1962 pronunciò dalla finestra del Vaticano nel giorno di apertura dei lavori del Concilio Vaticano II per rendersi conto dell’impatto mediatico di un intervento papale così poetico ancora oggi soggetto di studio nella scienza della comunicazione e di storia. Il discorso di Giovanni XXIII è solo un capitolo, forse il più commovente ed emotivamente coinvolgente, per riannodare le fila di un percorso di braudeliana memoria segnato dalla “lunga durata”. E’ quella compiuta dai giorni del Concilio, con le immagini di quella sera, per finire ai tempi del web del Nuovo Millennio che hanno riformato la comunicazione vaticana. Una rivoluzione e aggiornamento sostanziale del nuovo alfabeto ecclesiale dall’opinione pubblica scandita dalla diversità teologica e pastorale del messaggio dei Pontefici del Novecento. Lla riforma della comunicazione vatocana, nelle strutture ma anche nei contenuti, porta la firma di papa Francesco <il papa venuto dalla fine del mondo> come lui stesso si presentò al popolo del mondo la sera dell’ elezione il 13 marzo 2013. Non sarà casuale il fatto che nella vita della Chiesa sia stato determinante il cammino e la lezione dei Papi, anche attraverso la cronaca, a partire dai fecondi ministeri dei papi del Novecento. Basterà ripercorrere l’ azione pontificia segnata da una teologia dei gesti e della parola di ogni Papa per rendersi conto di quanto la cronaca quotidiana del messaggio papale ha costretto la comunicazione vaticana a cambiare il sistema informativo dai tradizionali strumenti a quelli che segnano il tempo dell’uomo il web con la sua frenetica imposizione dei tempi. Da Paolo IV a papa Luciani, da Karol Woityla Joseph Ratzinger per finire nel terzo millennio con Papa Francesco. E’ un viaggio pastorale e spirituale di oltre sessant’anni di comunicazione vaticana fin alla svolta imposta del web che entra nell’ultima e pregevole fatica letteraria del giornalista salernitano Angelo Scelzo, già vice direttore della Sala Stampa vaticana che verrà presentato questa sera (0re 18) nel salone degli Stemmi del palazzo arcivescovile. Interverranno monsignor Andrea Bellandi arcivescovo di Salerno, Matteo Bruni direttore della sala stampa della Santa Sede, Francesco De Core direttore de Il Mattino, Giuseppe Acocella docente emerito di filosofia del diritto dell’università di Napoli, Domenico Mugnaini direttore di “Toscana Oggi” modererà i lavori Armando Lamberti docente di diritto costituzionale dell’università di Salerno.
L’11 ottobre 1962 è una data importante nella storia recente della Chiesa cattolica ma anche l’avvio di un processo di trasformazione della comunicazione vaticana. Quel giovedì è rimasto impresso nella memoria ecclesiastica tanto da essere scelto come giorno consacrato al nuovo santo Giovanni XXIII. La sera di quella lunga giornata una manifestazione organizzata dall’Azione cattolica romana e dalle ACLI portò migliaia di persone a convergere in fiaccolata su piazza S. Pietro. Nelle intenzioni degli organizzatori, il corteo doveva essere un attestato di riconoscenza e fiducia verso il nuovo papa e l’impresa conciliare appena inaugurata. Esso si trasformò nello in una delle allocuzioni più famose della storia del papato. Giovanni XXIII volle salutare il corteo dei fedeli con un breve discorso, pronunciato dalla finestra dei palazzi apostolici. Le brevi frasi del papa passarono alla storia come il Discorso della luna di papa Giovanni, a causa della esclamazione che nell’esordio il pontefice rivolse al satellite che brillava in cielo. Le parole del papa furono diffuse subito in forma parziale e manipolata e solo recentemente ricostruite perché nel corso degli anni, singoli spezzoni del discorso sono stati rimontati e riproposti al pubblico. Più recentemente, la pubblicazione di una trascrizione del discorso sul sito web del Vaticano che hanno portato a modificare il discorso e di una edizione il più possibile prossima alle parole pronunciate dal papa. Questa ricostruzione è stata possibile grazie al confronto tra la registrazione conservata presso la Filmoteca vaticana e quella, più integrale, di Radio Vaticana oltre che dalla testimonianza di Raniero La Valle presente quella sera in piazza San Pietro.
Basta ricordare questa circostanza, sia pure datata nel tempo, per ricordarsi dall’impatto mediatico di Papi che ha fornito uno studio approfondito delle loro azioni pastorali ed il mondo della comunicazione. Il libro di Scelzo sarà presentato proprio alla vigilia di un importante sinodo dei Vescovi che è stato indetto dal Papa e che sarà un nuovo banco di prova per la comunicazione vaticana. “Mai prima d’ora”, per utilizzare le parole di Scelzo, sarà necessario e decisivo comunicare al mondo un messaggio epocale su temi rilevanti dell’uomo e del suo futuro.