di Andrea Pellegrino
In principio era una scogliera, poi è diventato un porto. Accade a Santa Teresa dove l’autorità giudiziaria ha aperto una nuova inchiesta. Ieri i carabinieri hanno raccolto i primi documenti nei vari enti per ricostruire la vicenda del porticciolo di Santa Teresa, ossia quello nato nello specchio d’acqua di piazza della Libertà e Crescent. Una nuova tegola, dunque, per l’Autorità portuale di Salerno che solo mercoledì si è vista sequestrare l’intero cantiere di Porta Ovest ad opera della Dia e quindi della Procura della Repubblica di Salerno. Ieri pare sia arrivata anche questa ulteriore notizia, con l’avvio di una nuova inchiesta che coinvolge, tra gli altri, nuovamente l’ente guidato da Andrea Annunziata. Dalle carte, sostanzialmente, emergerebbe la trasformazione in corso d’opera di una scogliera in un vero e proprio porticciolo. L’esposto porta la firma del comitato No Crescent che ai pubblici ministeri, già titolari dell’inchiesta sul Crescent e sui crolli di Piazza della Libertà, avrebbe fornito già un dettagliato dossier. Così, sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti ora è finito l’intero iter autorizzativo che ha portato poi alla realizzazione del porticciolo. Alla base di tutto ci sarebbe la realizzazione di una scogliera diventata poi uno dei bracci del porto. Scogliera la cui realizzazione è passata al vaglio della commissione del paesaggio e poi del dirigente del settore trasformazione urbanistica del Comune di Salerno, Davide Pelosio (all’epoca, tra l’altro anche presidente dell’allora Clp). E che quindi, con autorizzazione numero 24 del 2010, ha avuto il suo disco verde mentre del porto non ci sarebbero tracce. Compreso nei pareri rilasciati dai soprintendenti Giuseppe Zampino e Gennaro Miccio che nell’autorizzazione paesaggistica non si sono accorti del nascente porticciolo incastonato tra due nascenti bracci. Solo sulla zona di Santa Teresa, la vicenda s’interseca sui processi già in corso sulla realizzazione del Crescent, sui crolli in alcuni settori di Piazza della Libertà e sui rifiuti interrati (provenienti dall’ex pastificio Amato) al di sotto della mega piazza sul mare. E non si escludono ulteriori colpi di scena.