Ne servirebbero 8, al massimo 10. Ce ne sono cinquantuno. Sono gli impiegati, i dipendenti amministrativi, del Cstp. I primi che con la procedura di licenziamento in corso si vedranno recapitare le lettere a casa, proprio in virtù del surplus che vi è. Basta fare un paio di conti per capire dove è da ricercare il tanto decantato esubero del Cstp. Quello, insomma, di cui si parla da oltre un anno. Gli esuberi di personale non sono certamente da ricercarsi tra il personale operatore di esercizio, ovvero tra conducenti o verificatori di titoli di viaggio, né tanto meno tra gli addetti alle officine. Il problema è tutto da una sola parte: dietro le scrivanie. Quelle di palazzo Luciani e dei vari depositi sparsi per la provincia. Scrivanie che si fatica ad abbandonare anche in caso di necessità: un esempio su tutti. Quattrocentosessantotto sono i conducenti del Cstp e sono anche pochi per garantire un servizio efficiente in tutto il territorio provinciale di Salerno. Per riuscire a sopperire alla mancanza di personale sui bus aziendali fu proposto agli impiegati amministrativi una riqualificazione della propria posizione (dal momento che, in larga parte, molti sono ex autisti dirottati negli uffici). Quanti hanno risposto positivamente? Uno. Uno solo degli impiegati, tra quelli che avevano i requisiti, ha dato la propria disponibilità a ritornare “nella mischia”, lasciando le comode poltrone della sede di Teatro Verdi. E ora che sono in partenza le lettere di licenziamento, le prime teste a cadere potrebbero essere proprio quelle degli amministrativi, proprio in considerazione del loro spropositato numero. Nello specifico, il Cstp conta su tre responsabili di unità amministativo/tecnica complessa, dieci capo unità amministativo/tecnica, due coordinatori d’ufficio, undici specialisti tecnico/amministrativi, sette collaboratori d’ufficio, diciassette operatori qualificati d’ufficio e due capo unità tecnica. Ora, tralasciando le categorie protette (come ad esempio i disabili) e gli impiegati essenziali per mandare avanti un’azienda (ufficio legale, ufficio contabile, portineria) qualcosa che non quadra deve pure esserci. Tutti, o quasi, hanno un parametro superiore rispetto ad un “comune” conducente di autobus: questo comporta uno stipendio maggiore ed un aumento migliore nei rinnovi contrattuali. Senza parlare degli impiegati “anziani” che coprono un turno di trentasei ore settimanali, anziché delle canoniche (e previste dal contratto nazionale di lavoro) trentanove ore settimanali, potendo godere di ben sessantuno riposi. Una ipertrofia di amministrativi che, probabilmente e facendo le dovute proporzioni, nemmeno alla Fiat si vedrà mai. Ma intanto qui c’è.
Capitolo “impiegati a terra”, ovvero coloro addetti all’esercizio e coordinatori di esercizio: altro boom di persone. Ce ne sono ventisei: diciotto sono addetti all’esercizio, otto sono i coordinatori delle attività.
Il surplus è facilmente riscontrabile facendo un breve raffronto con una società non provinciale, bensì regionale. Sita sud ha per tutta la regione Campania venti impiegati totali. Ben trentuno in meno del Cstp. E poi ha esattamente la metà degli addetti all’esercizio del Cstp (sono nove contro diciotto) e tre soli coordinatori d’esercizio contro gli otto dell’azienda di trasporto pubblico locale.
Insomma, diciamo che qualcuno di troppo nel Cstp c’è e non si trova certamente a bordo dei bus, anzi. Sarà forse che quelle poltrone sono troppo comode per poter essere abbandonate? Nei giorni di protesta gli amministrativi del Cstp scesi in campo al fianco del personale di guida e di verifica non erano poi molti. Ora, i primi ad essere in bilico sono proprio loro, i più esposti, i primi nominati della procedura di licenziamento. Scenderanno finalmente in campo?