di Marta Naddei
Quattordici giorni di stipendio. Di questo si dovranno accontentare i dipendenti del Cstp per il mese di luglio. Nelle more della decisione della sezione fallimentare del Tribunale di Salerno, i lavoratori dell’azienda di trasporto, il prossimo 7 agosto, si vedranno accreditare esclusivamente la metà del proprio emolumento. Il motivo alla base del provvedimento (l’ordine di servizio aziendale è stato pubblicato ieri mattina) è il mancato rilascio dell’autorizzazione da parte del Tribunale, a seguito di presentazione di istanza a firma congiunta da parte del commissario giudiziale Raimondo Pasquino e del liquidatore Mario Santocchio, al pagamento per intero degli stipendi da parte dell’azienda: quello presso i giudici è un passaggio fondamentale trattandosi di azienda in fase pre-fallimentare. E la mancata concessione dell’autorizzazione da parte del Tribunale sarebbe dettata esclusivamente da motivi tecnici: si è ormai in piena sessione feriale e, dunque, i procedimenti subiscono un rallentamento. In caso contrario, questa metà di stipendio andrà a fare il paio con l’altro mese e mezzo di spettanze non retribuite e congelate all’epoca dell’ingresso nella procedura di concordato preventivo. E’ ipotizzabile, comunque, che anche nel corso di questi giorni, lo stesso Tribunale possa sbloccare la situazione prendendo la decisione a stretto giro e garantire così lo stipendio per intero, anche se a qualche giorno di distanza, ai dipendenti.
Il risultato, comunque, sono lavoratori molto arrabbiati e ormai esasperati. Di questo sono ben consapevoli i sindacati di categoria che, ieri mattina, nel corso di una riunione presso la sede di piazza Matteo Luciani, hanno bocciato l’applicazione della cassa integrazione nei settori in cui vi è esubero di personale. Senza il concreto impegno da parte di tutti i protagonisti della vicenda, non saranno certamente i lavoratori ad essere gli unici a pagare ancora una volta. Tradotto: i soci pensino prima a mettere i soldi della ricapitalizzazione, poi anche i dipendenti faranno la propria parte. Il risparmio, con la cig in deroga che sarebbe dovuta partire dal prossimo 5 agosto e fino al prossimo primo settembre, sarebbe stato di soli 30 mila euro. Una cifra irrisoria rispetto alle perdite aziendali di oltre un milione di euro fatte registrare dal Cstp nel primo quadrimestre dell’anno. Tra le motivazioni addotte dall’azienda per giustificare l’ingresso in cig dei lavoratori in esubero, c’è anche «l’eventuale ulteriore definizione delle modalità applicative da attuare a partire dall’entrata in vigore delle modifiche di esercizio conseguenti agli effetti della nota della Provincia numero 74047 del 22/07/2013». Un passaggio che non è sfuggito all’assessore provinciale Michele Cuozzo: «Come al solito, il buon Barbarino non perde occasione per tirare in ballo la Provincia».