Autobus “maggiorenni” allo stremo delle forze. Il parco autobus del Cstp, quella che per sua natura è un’azienda che effettua servizio di trasporto pubblico, sta venendo a mancare in quelli che sono i cosiddetti “ferri del mestiere”, i pullman. Non che si tratti di un problema nuovo, certo, ma con il passare del tempo la situazione del parco mezzi continua a peggiorare. E quello del Cstp sarebbe più adatto ad essere lo sponsor di uno sfasciacarrozze più che di una azienda di trasporto pubblico. Basti pensare che dal deposito di Salerno, in media, quotidianamente sono solo una trentina, o poco più, i mezzi idonei ad uscire in strada per effettuare il servizio, mentre circa una cinquantina e oltre sono quelli che restano nell’ampio parcheggio della struttura di Fuorni. A Pagani, invece, i turni sacrificati a causa di mancanza di autobus utili per effettuare le corse sono una quindicina. Nella giornata di ieri le cose sono andate in poco meglio in virtù del fatto che di sabato gli autobus impegnati nelle corse universitarie non ci sono e che, di conseguenza, possono essere utilizzati per effettuare altre tratte che, invece, durante la settimana restano scoperte perché mezzi non ce ne sono.
In particolare, a soffrire sono le tratte servite dai bus di “piccola taglia” (qui a Salerno le linee 15, 25, 26, 39, 44, linee che sulla carta ci sono ma che i cittadini, in alcuni casi, non riescono a vedere da mesi) da sempre inadatti e fuori uso. Ma complessivamente il parco auto Cstp non è certo il massimo della vita per una società che si occupa di trasporto pubblico, non fosse altro che ci sono alcuni mezzi che risalgono addirittura al 1995 anche se la media anni della flotta si attesta a dieci che comunque pochi non sono.
«La nostra priorità – afferma Mario Santocchio – è ora rinnovare il parco macchine perché la situazione è disastrosa e vergognosa». Con quali risorse resta al momento un mistero, con buona pace dei cittadini che non hanno opportunità di prendere il bus semplicemente perché non c’è, nonostante la buona volontà e la responsabilità del personale di guida dell’azienda che, pur di garantire il già ridotto all’osso servizio, mette in strada mezzi che non è che stiano messi troppo bene. Nei mesi passati sono stati numerosi i giorni in cui cercare un autobus funzionante nei depositi del Cstp era impresa ardua, se non addirittura degna del migliore Tom Cruise in Mission impossible, ma ora la questione si fa seria. Ci sono autobus che mancano delle essenziali componenti, a partire dai seggiolini dei passeggeri passando per le sedie dei conducenti che molto spesso hanno mietuto, per le pessime condizioni, “vittime” tra gli stessi autisti che si sono ritrovati con problemi di salute che non hanno più consentito loro di guidare. C’è dunque bisogno di un concreto intervento di innovazione per quel che concerne la flotta autobus del Cstp per evitare che i cittadini restino a piedi quando anche l’ultimo autobus non riuscirà più a circolare. Perché, mentre con il piano concordatario presentato venerdì al Tribunale fallimentare si prova ad evitare che l’azienda chiuda per debiti, c’è subito pronto un nuovo problema a tenere in apprensione lavoratori e cittadini.
24 febbraio 2013