di Andrea Pellegrino
Erano pronti a far ripartire il processo Crescent da zero, ed invece, il presidente del collegio Siani, promosso in Cassazione, è stato autorizzato a proseguire il suo lavoro a Salerno fino a quando non si arriverà a sentenza. Così il processo a carico di Vincenzo De Luca, degli ex assessori comunali (alcuni dei quali attuali consiglieri regionali), tecnici comunali e della soprintendenza di Salerno ed imprenditori, prosegue con la prossima udienza già calendarizzata per il 23 febbraio. Assente Luigi Boeri, ieri mattina, ma presenti gli altri due consulenti della Procura: l’architetto Riccardo Ciuti e Riccardo Chericoni. Con tanto di slide i consulenti hanno descritto al collegio giudicante quanto accaduto a Santa Teresa. Al centro le delibere giunta, approvate dall’allora esecutivo guidato da Vincenzo De Luca, oggi a capo della Regione Campania. In particolare ad incuriosire sono stati gli atti che hanno previsto lo “spacchettamento” del comparto di Santa Teresa che accoglie Piazza della Libertà e Crescent. Ed in particolare, i due consulenti hanno dimostrato l’assenza di standard pubblici previsti per la realizzazione della mezza luna di Bofill. Ma ancora, in rassegna è passata la delibera con la quale sono stati trasformati vuoti tecnici in locali commerciali sul mare, con tanto di carico ulteriore di volumetrie. Un serie di fotografie che non solo passate inosservate ai giudici, tant’è che il presidente avrebbe chiesto: «Ma qui hanno costruito anche sul mare?». Poi il caso Fusandola (oggetto di un’altra inchiesta che dovrebbe essere incardinata presso la Procura di Napoli), e la conseguente deviazione per far spazio alla piazza sul mare. Anche in questo caso la deviazione del torrente, triste protagonista dell’alluvione del ’54, è stata riprodotta attraverso grafici predisposti dai consulenti della procura, con l’attenzione che si è concentrata sulla sdemanalizzazione delle aree. Poi i permessi di costruire rilasciati dal Comune di Salerno e le autorizzazioni della Soprintendenza concesse fin dall’inizio della vicenda. Insomma un excursus tecnico del complesso caso che ruota intorno alla riqualificazione di Santa Teresa. Il 23 febbraio si torna in aula, con l’udienza successiva fissata al 3 aprile. “Crediamo sempre – dicono dal comitato No Crescent – che ci sia un giudice a Berlino. Il nostro intento rimarrà sempre la tutela dell’ambiente e della legalità. La nostra battaglia prosegue”.