di Andrea Pellegrino
Tavolo tecnico legittimo e procedura corretta. Il Ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini risponde all’interrogazione del parlamentare Mimmo Pisano sul Crescent e spazza via ogni dubbio sulle interlocuzioni tra Ministero e De Luca: «Non ci sono state». Ieri in commissione cultura della Camera dei Deputati, il Ministero dei Beni Culturali ha scoperto le sue carte sul caso Crescent, seppur a cose fatte, in considerazione della chiusura dei lavori del “tavolo tecnico” e dell’avvio alla conclusione del procedimento ora nelle mani del Soprintendente Gennaro Miccio. Ma per il Ministero resta la legittimità dei procedimenti adottati dalla Soprintendenza di Salerno. «Al riguardo – dice, infatti, il ministro Franceschini – l’amministrazione, attraverso i suoi competenti organi periferici, è impegnata a dare piena e corretta esecuzione alle sentenze del Consiglio di Stato citate nell’interrogazione, mediante rifacimento del parere di compatibilità paesaggistica annullato dal Giudice amministrativo. Ed è nell’ambito di questo procedimento, che si sta svolgendo nel pieno rispetto della legislazione di settore e dei principi generali dell’azione amministrativa, come consacrati nella legge n. 241 del 1990, che si colloca, del tutto coerentemente e legittimamente il “tavolo tecnico”». Quanto alla denominazione, il Ministro precisa: «La dicitura “tavolo tecnico” è adoperata per indicare l’instaurazione di un confronto con il soggetto proponente, esso costituisce una modalità di svolgimento del contraddittorio procedimentale del tutto fisiologico e appropriato, nel quadro dell’articolo 10-bis della legge n. 241 del 1990. Ed infatti la discussione del merito dei motivi ostativi e delle correlative controdeduzioni della parte che ha proposto l’autorizzazione paesaggistica (il Comune di Salerno) rientra appieno nelle finalità proprie e tipiche dell’istituto del preavviso di diniego, introdotto nella legge numero 241 del 1990 (articolo 10-bis) dalla legge n. 15 del 2005 (e ciò tanto più nel caso in esame, in cui la parte istante è costituita da un ente pubblico nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali di tutela del paesaggio, coerenti in linea teorica con quelle dell’amministrazione statale, a termini dell’articolo 5 del Codice dei beni culturali e del paesaggio). Questo istituto, infatti, è stato introdotto proprio per rafforzare il confronto dialettico tra le parti, nell’ambito del procedimento. Esso, inoltre, è appena il caso di specificarlo, in quanto istituto generale essenziale per il buon funzionamento dei procedimenti amministrativi, si applica in tutte le procedure, anche, quindi, in quella relativa all’autorizzazione paesaggistica». Dunque: «Il procedimento si sta svolgendo nel pieno rispetto delle competenze gestionali degli uffici tecnici, sia di quelli periferici ministeriali, sia di quelli comunali». E ancora con il sindaco di Salerno, afferma, «non vi è stata invero alcuna interlocuzione formale tra questa amministrazione e il sindaco di Salerno. Gli atti comunali intercorsi provengono tutti dai competenti uffici burocratici. Come del tutto infondata è altresì l’asserzione relativa a una presunta interferenza del segretario generale Antonia Pasqua Recchia». Infine sulla sospensione dei termini del procedimento, Franceschini chiarisce: «E’ prevista dalla legge». Si chiude così, dunque, la vicenda parlamentare sul Crescent portata all’attenzione dal Movimento 5 stelle. Per Franceschini tutto è in regola e il Soprintendente sta agendo nel rispetto delle norme e delle procedure. Intanto a Salerno s’attende proprio il parere di Gennaro Miccio che potrebbe arrivare a stretto giro. Dalle prime indiscrezioni sembra che il Soprintendente (che ha espresso in prima battuta un preavviso di diniego all’autorizzazione paesaggistica), acquisiti gli atti di Comune, Italia Nostra e Crescent srl, sia intenzionato ad emettere – come anticipato da Cronache – un parere condizionato sulla mezza luna di Bofill. Insomma con prescrizioni che potrebbero riguardare le Torri, la parte retrostante al Crescent (quindi uffici della capitaneria di porto) e qualche aggiustamento di colori, verde pubblico e materiali. In dubbio sarebbe solo il settore del Crescent affidato alla Sist (ex Jolly Hotel). Se fosse eliminato anche questo pezzo, oltre alle torri (dell’Autorità portuale e quella dei servizi comunali) il Crescent rimarrebbe così come è. Intanto da Palazzo di Città e dalla Crescent srl attendono l’esito dell’istruttoria in Soprintendenza: attualmente infatti il cantiere è ancora sottoposto a sequestro da parte della Procura di Salerno.