Andrea Cozzolino agli arresti domiciliari, Marc Tarabella in carcere. Il giudice belga Michel Claise, dopo aver disposto venerdì il fermo dei due eurodeputati nell’ambito del Qatargate, non ha cambiato idea. I due esponenti socialisti, secondo l’accusa, sono pienamente coinvolti nello scandalo. Entrambi, tuttavia, si dicono sicuri della loro innocenza. E davanti agli inquirenti belgi e italiani, per ora, non hanno mostrato alcuna incertezza. Cozzolino si è presentato in mattinata presso la Corte di Appello di Napoli per l’udienza preliminare dicendosi “tranquillo” e “fiducioso nella giustizia”. I giudici della sezione Misure di Prevenzione, visto il pericolo di fuga “moderato” dell’imputato, hanno alla fine disposto gli arresti domiciliari. Cozzolino potrà così restare nella sua abitazione del quartiere napoletano del Vomero. Come è accaduto per la moglie, la figlia e la commercialista di Antonio Panzeri, anche per l’ex deputato del Pd è stata chiesta la consegna alla giustizia belga. La prima udienza per l’estradizione è stata fissata alle ore 11 di martedì. Al pari di Tarabella, Cozzolino è uno dei protagonisti delle confessioni di Antonio Panzeri, il deus ex machina della rete del Qatargate che ha patteggiato con la giustizia belga un anno di carcere. E che, da Bruxelles, rischia di mettere nei guai altri eurodeputati o funzionari dell’Eurocamera. Nei verbali del mandato d’arresto si citano anche le eurodeputate Maria Arena e Alessandra Moretti. Entrambe – l’italiana lo ha ribadito nella notte – si sono dichiarate estranee alla vicenda e su di loro non è scattata alcuna richiesta di indagine. Cozzolino, secondo i documenti, avrebbe ricevuto soldi e regali dal Marocco, in particolare, dall’ambasciatore maghrebino in Polonia, Abderrahim Atmoum. A Tarabella sarebbero stati assicurati bonifici a rate tra i 120mila e 140mila euro. Una tesi che, secondo Claise, ha della verità visto che in mattinata al belga è stato confermata la detenzione in carcere per “corruzione pubblica, riciclaggio di denaro e appartenenza a un’organizzazione criminale”. Giovedì ci sarà la nuova udienza. Maxime Toller, avvocato dell’eurodeputato di origini versiliane, è di tutt’altra opinione. “L’udienza è andata bene. Non sono stati presentati nuovi elementi per corroborare le accuse di trasmissione di denaro. L’unica prova contro sono i commenti del signor Panzeri. È la parola di un criminale, Panzeri, contro quella di un uomo che è stato onesto per tutta la vita, Tarabella”, ha sottolineato il legale. Sulla gestione del giudice Claise – già famoso per il suo rigore, in Belgio – a Bruxelles tuttavia comincia a filtrare qualche dubbio. Niccolò Figà-Talamanca, dopo quasi due mesi di carcere, il 3 febbraio è stato rilasciato senza condizioni e oggi si è detto “felice” di essere tornato a casa ma ha sottolineato: “Ci vorrà del tempo per riparare al dolore inferto a me e alla mia famiglia”. “Non vedo l’ora di dedicarmi di nuovo alla giustizia e ai diritti umani nel mondo, e magari adesso anche vicino a casa”, ha aggiunto il segretario di No Peace Without Justice. La nuova svolta del Qatargate giunge alla vigilia della Plenaria dell’Eurocamera e dell’accelerazione che Roberta Metsola ha voluto dare alla riforma per attività più trasparenti. Martedì, in Aula, è previsto un dibattito sulla creazione di un organismo etico indipendente. Sul quale il Parlamento rischia però di spaccarsi.