Così Grimaldi rilanciò l’Ebolitana - Le Cronache Eboli

Ci eravamo lasciati con un’Ebolitana che, dopo la fantastica era vissuta con Josè Dirceu, si ritrovò di nuovo a cadere in crisi societarie. La squadra nel torneo 1991-92 ripiombò nel campionato d’eccellenza fino a sprofondare in promozione nel 1994-95 priva di un presidente. La scomparsa della società, fu però frenata dall’intervento del dott. Mario Grimaldi, che a Salerno, aveva riportato in auge la vecchia Pro Salerno. Grimaldi, per lo scarso seguito della sua compagine, decise di trasferire squadra e titolo a Eboli. Era il 1995-96 l’ebolitana, affrontava il torneo d’eccellenza. Fu un campionato molto competitivo, ma la squadra azzurra, che intanto si chiamava A.C. Pro Ebolitana ed era allenata da Vittorio Belotti, un bergamasco con un temperamento caldo, vinse il campionato senza tanti patemi d’animo approdando nel torneo, che per una ennesima riforma, prese il nome di “Campionato Nazionale Dilettanti”. Era la squadra di Gino Paesano un bomber rimasto nei cuori dei tifosi azzurri, vittima qualche anno fa di un cattivo destino: «mentre a Policastro stava disputando una gara di calcetto fu colto da un malore improvviso che gli causò la morte». Il campionato non riservò grosse emozioni, prestazioni e posizioni di classifica non corrispondevano alle aspettative dei suoi supporters, la squadra nel 2000 dopo un 15° posto retrocesse in eccellenza dal campionato che intanto aveva ripreso il nome di “Serie D”. Le sorti del team ebolitano furono prese in carico da Cosimo De Vita un Presidente noto in città e da sempre appassionato ai colori azzurri, che allestì un organico competitivo, affidando la conduzione tecnica all’allenatore più vincente della categoria: “Mimì Gargiulo”, il quale portò a suo seguito giocatori di lusso, come Claudio Moschino, giovane promessa del calcio napoletano gioiellino che negli anni successivi passò alla corte di Ciccio Graziani incaricato di guidare il Cervia nel reality di Mediaset “Campioni, il sogno”. Di quella rosa però facevano parte altri pezzi da novanta, come i portieri Guarnaccio e Siano, il difensore Chiagano, Giovanni Schettini, che aveva calcato i campi della serie C, Caponigro, Peppe Orrico, Peppe Rinaldi, poi approdato alla Salernitana di mister Pioli, i talenti Risi e Franzese, l’indimenticabile Serrapede, il forte attaccante Renato Candida , e altri elementi che fecero della rosa eburina una forte compagine. Al giro di boa del girone d’andata l’ebolitana era in testa davanti un Angri mai doma. La squadra grigiorossa però riuscì ad agganciare gli azzurri concludendo il campionato al 1° Posto, pari punti con l’Ebolitana. Si rese necessario uno spareggio; sede designata “stadio Arechi” di Salerno . Da Eboli giunsero più di 2000 sostenitori, lo stadio era colorato di bandiere azzurre e Grigiorosse, per una partita che valeva la promozione in serie D. La gara dopo i tempi supplementari si concluse 1-1, furono necessari i rigori che favorirono l’Angri con il risultato di 4-2. Per accedere alla categoria superiore ora serviva vincere gli spareggi contro le squadre terminati al 2° posto nei rispettivi gironi. Con gare interne che si svolsero sul neutro di Polla, battendo a suon di reti Ischia e Francavilla, Eboli celebrò, tra grandi festeggiamenti e sfilate d’auto, la promozione in quarta serie, era il 2001 e la città si riprese la serie D nell’anno dell’inaugurazione del nuovo Stadio, che fu intitolato alla memoria di “Dirceu”. Il sogno di una squadra competitiva durò pochi anni, la rosa fu attrezzata con uno sguardo al contenimento delle spese e alla valorizzazione dei giovani talenti, fino a che vicissitudini societarie e penalizzazioni in classifica, segnarono una nuova fase di destabilizzazione. Eboli ritornò in eccellenza , la squadra venne presa in carico dalla famiglia Maiorano che però per diverse motivazioni, non allacciò un buon feeling con la tifoseria, lasciando le sorti della squadra, nel 2004 in mano a un gruppo di tifosi. Qua entra in scena il miracolo calcistico, il gruppo ultras del “Nucleo Sconvolti”, con a capo Armando Cicalese e Marco Forlenza, decide di entrare in campo: “Portammo avanti con le nostre disponibilità, in una sorta di azionariato popolare, l’iscrizione al torneo di eccellenza, eravamo pronti a gestire, dirigere e allestire la squadra della nostra città – ricorda Armando Cicalese che da lì a poco sarebbe diventato il nuovo patron dell’ebolitana ”. Tutta Eboli partecipò alla colletta per iscrivere la squadra al campionato. Un’operazione che passò alla ribalta nazionale divenendo tema di diverse trasmissioni televisive. La società cambia nome e diventa A.S.C.D. Ebolitana 1925, affronta il torneo di eccellenza 2004-05 vincendolo in grande stile, accedendo in serie D e ottenendo dalla federazione il premio Fair Play. I ragazzi del nucleo avevano compiuto un miracolo che in nessun evento sportivo era accaduto, tutto accompagnato da un forte eco mediatico, di una storia che proseguì con il raggiungimento dell’agognata serie C: “Il giorno della promozione fu una festa, eravamo più di 5000 ad assistere a quella gara. Si giocava contro la seconda in classifica, fu una partita da brividi perché gli ospiti Sanniti del Forza e Coraggio passarono subito in vantaggio, ma c’era fiducia, infatti l’ebolitana pareggiò nei minuti finali del 1° tempo. La gara si chiuse con altre 2 reti a nostro favore. Fu una festa in tutta la città, sui balconi sventolavano solo colori azzurri, e i caroselli d’auto sfilarono fino a tarda notte – ricorda Rosario”. La squadra del Presidente-ultrà Armando Cicalese conquista la storica promozione in un campionato che, per l’ impossibilità di sostenimento delle spese, sancirà da lì a poco la fine di un ciclo memorabile. Nel 2016-17 il tentativo di un gruppo di imprenditori, sotto la guida di mister Nastri, di ripotare la squadra dalle ceneri della promozione nuovamente in serie D, fu un generoso sforzo per restituire Eboli nel calcio che conta: “questo successo è merito di tutti, dalla società allo staff tecnico, al mister, all’amministrazione e ai tifosi –diceva l’allora presidente Fiore Reppuccia”. Uno sforzo che non ebbe seguito; la città poco dopo cadde nell’oblio di categorie sconosciute, fino alla rinascita del 2022, che come una araba fenice, grazie a un gruppo di appassionati, sta facendo risorgere una squadra che prossima al centenario e forte della passione dei suoi supporters, corroborata da vecchi sostenitori, non poteva essere lasciata lontana dai festeggiamenti dei suoi 100 anni.

Giuseppe Sanfilippo

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