Contrae il cancro in una casa consegnatele dal Comune di Angri e ora chiede i danni all’Ente. Questa è la vicenda della signora M.G.V. residente nell’area a ridosso dei fondi Rosa Rosa, Caiazzo, Badia e Messina. Sul piede di guerra e pronta a fare causa al Comune, accusato di non aver provveduto alla sua salute. La casa di cui è proprietaria, infatti, è un prefabbricato consegnato alla sua famiglia dopo la tragedia del terremoto che colpì l’Irpinia nel 1980. Purtroppo allora ancora non erano venuti a galla tutti i danni che l’amianto può provocare all’uomo. Amianto di cui è quasi interamente costituita la casa, dalle pareti perimetrali al soffitto di copertura. Solo col tempo e con numerosi studi scientifici sono stati appurati tutti i danni che tale sostanza provoca all’uomo e di cui la donna 62enne è vittima. Ora, sostenuta dall’avvocato Domenico Della Ratta del gruppo “Risarcimento danni salernitano”, M.G.V. ha chiesto un incontro coi i vertici comunali per risolvere la questione senza ricorrere all’aiuto della magistratura. Ma si dice anche pronta, in caso di mancato accordo, a far valere i propri diritti con un esposto alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore. Secondo un’attenta ricostruzione dell’avvocato, la donna ha contratto «una grave malattia tumorale manifestatasi in seguito alla prolungata esposizione all’amianto installato all’interno dei fondi».
Secondo il legale, il materiale cancerogeno doveva essere prontamente eliminato e smaltito dall’Ente comunale preposto e, successivamente, si doveva provvedere alla bonifica dell’intera area dove si trovava il prefabbricato. Purtroppo tutto questo non è mai avvenuto, né è mai stata avanzata una proposta alternativa alla donna dal Comune. E, come conseguenza di questo, la 62enne si ritrova da diverso tempo a lottare contro un cancro: «La malattia ha irrimediabilmente leso il diritto alla salute e l’integrità psico-fisica della mia cliente», si legge nell’esposto indirizzato al Comune di Angri. Una malattia che, secondo l’avvocato, è riconducibile alla prolungata esposizione all’amianto presente all’interno del suo prefabbricato e alla mancata bonifica dei fondi Rosa Rosa, Caiazzo, Badia e Messina.
Ora si attende la risposta da parte dei funzionare del Comune per un incontro chiarificatore, così che si possa evitare un esposto alla magistratura. Inoltre la questione non riguarderebbe solo la donna. Nell’area menzionata anche altri residenti si sono rivolti all’avvocato Della Ratta per le medesime ragioni. Sono circa 6 i cittadini che stanno preparando tutta la documentazione medica per far partire una lettera di risarcimento. Non si esclude la formazione di una class action per vedere riconosciuti i diritti dei cittadini che vedono negati il loro diritto alla salute dal 1980.