La ricostruzione della vicenda del Consorzio Farmaceutico Intercomunale effettuata nella edizione di Lunedi ha chiarito alcune cose ma ha anche accresciuto le perplessità su un argomento non di facile comprensione. E’ fuor di dubbio, in particolare, che appare meritevole di essere approfondita la finalità della manovra contabile effettuata dal Consorzio con la registrazione di ‘Crediti’ che, di fatto, tali non sarebbero. Proviamo, quindi, a fare un passo in avanti, sempre con l’aiuto del dott. Alfonso Malangone. Si è detto che il Consorzio ha utilizzato la voce dei ‘Crediti’ per coprire gli squilibri del Bilancio. Come può reggere questa tesi? «Dobbiamo partire dal passato anche se, purtroppo, sul sito del Consorzio non ci sono i Bilanci antecedenti al 2014. Però, a navigare su Internet, qualcosa pure si trova. E, quindi, si può sostenere con certezza che gli anni fino al 2013 non furono facili, denunciando risultati particolarmente sfavorevoli. Questo lo si intuisce dal fatto che, a fine 2012, su un Fatturato che poteva essere di € 14-15milioni, c’erano Rimanenze di Magazzino dichiarate pari a € 7,2milioni. Cioè, il 50% di invenduto Qualunque commerciante sa che, con queste cifre, si chiude e si va a casa». Può spiegare? «La manovra del Magazzino è tipica delle attività in difficoltà. Se i ricavi non sono sufficienti a coprire i costi, e questo capita spesso nelle strutture dove non c’è il controllo delle spese o, anche, c’è sciupio, allora si fa crescere l’Attivo alzando il valore del Magazzino, visto che le Rimanenze sono considerate ‘vendite mancate’. Questo è possibile per due motivi: – il valore delle merci è frutto di una quantificazione molto soggettiva, anche se ci sarebbero delle regole da seguire; – nessuno può ricostruire davvero il Magazzino se non a seguito di una verifica davvero puntuale. Ma, per questa, ci vuole la Guardia di Finanza. Alzare il Magazzino ha l’effetto di far crescere le Entrate per coprire le spese eccedenti, ma alza anche l’entità dei Crediti per equilibrare il rapporto con i Debiti. È un procedimento con risvolti economici e finanziari. Non si può dire che questo sia avvenuto ma, a sostenerlo, non credo si possa far peccato». È diminuito, poi, il Magazzino? «C’è da dire che, per fare il suo ‘dimagrimento’, gli imprenditori poco accorti usano il metodo del ‘nero’. Cioè, vendono con fattura o scontrino la merce fittizia, che non c’è, e non emettono alcun documento per quella vera, che viene egualmente acquistata a ‘nero’ perché, altrimenti il Fatturato esplode. Per il Consorzio, si legge in un Verbale del 2015 che la diminuzione delle giacenze sarebbe stata conseguita modificando il metodo di valutazione delle stesse. Potrebbe pure essere. Ma il decremento, in un anno, il 2013, di € 5,6milioni per questa motivazione potrebbe formare oggetto di studio da parte di qualche cultore della Ragioneria». Però, se non si è alzato il Fatturato e sono diminuite le Rimanenze, il Bilancio doveva chiudere in perdita. «Certo. Solo che nell’anno 2013, il Consorzio registrò tra i Ricavi alcune Entrate Straordinarie per ‘alienazione immobili’ per un importo quasi equivalente alla diminuzione del Magazzino. Cioè, € 5,0milioni. Così, il Bilancio si chiuse con un ‘Utile’ di € 9mila circa. Ovviamente, la cosiddetta Entrata Straordinaria fu portata ad incremento dei ‘Crediti entro i 12 mesi’ elevandone l’importo a beneficio del saldo complessivo tra Attivo e Passivo. Per una verifica di questa ardita costruzione basta leggere un Verbale del 2016, quello relativo all’approvazione del Consuntivo 2015, nel quale si dichiarava il miglioramento dei risultati grazie anche all’iscrizione di poste ‘Straordinarie’ giustificate dalle perizie del valore delle farmacie di Ascea e Angri “in continuità con le scelte assunte in precedenza in sede di predisposizione dei Bilanci relativi agli ultimi due esercizi”. Non ci vuole il Mago Otelma per capire il senso: nei Bilanci 2013 e 2014 sono state fatte manovre simili». E, questo, è successo adesso anche per il Bilancio 2022? «In un recente Verbale scritto a mano, relativo ad un incontro Sindacale e disponibile su internet a beneficio di tutti, si legge che il ritardo nell’approvazione del documento 2022 è stato causato dal mancato rilascio del parere da parte del Collegio dei Revisori che, poi, si è dimesso. O, almeno, questo si sa. Nella Bozza girata nei giorni scorsi, era presente una perdita di € 11,3milioni in assenza dei famosi Crediti. Perché? Forse, perché qualcuno potrebbe aver eccepito che la presenza delle valutazioni di mercato delle Farmacie gestite dal Consorzio, ma certamente non in vendita, era davvero anomala. E’ evidente che per cancellare quei Crediti era stato necessario registrare un costo-perdita, cioè una ‘Sopravvenienza Passiva’. E, per questo, la Bozza chiudeva davvero in perdita. Visto che, a quanto si dice, adesso il Consuntivo ufficiale presenterebbe un Utile, allora quella scrittura sarebbe stata cancellata con l’approvazione dei nuovi Revisori. Salvo errore. Per il ripristino di quei Crediti, comunque, il Consuntivo potrebbe non essere conforme. Come è stato già chiarito, i valori in questione esprimono solo il risarcimento, o ristoro, che spetterebbe al Consorzio in caso di recesso da parte dei Comuni. È davvero difficile pensare che possa esistere un Credito se, dall’altra parte, i Comuni non creano i presupposti perché possa sorgere. Le Farmacie sono solo gestite dal Consorzio, non sono di sua proprietà e non sono in vendita. Quindi, di che Credito vogliamo parlare? Poi, per carità, ognuno può dire quello che vuole». Come se ne esce? «Beh, il Comune ha deliberato di recedere. Se tutto va avanti senza strappi, saranno i due Comuni che restano, Capaccio e Eboli, e quelli che ‘aderiscono’ da esterni, a preoccuparsi di cosa fare per sistemare. Perché, una cosa è certa: la rilevazione dei Crediti copre perdite pregresse. A parte, poi, i debiti che sono davvero ingenti, tra cui circa € 12,8milioni di imposte e contributi non versati, oltre a € 7milioni di debiti. Senza dire che il mancato apporto del fatturato delle due Farmacie di Salerno farà certamente scendere il Fatturato. In verità, potrebbero non esserci i margini per proseguire con serenità, se mai c’è stata». Ma, per il Comune ci sarebbero conseguenze? «La delibera di recesso deve essere comunicata entro fine mese. Poi, si uscirà a fine anno. Intanto, tutto quello che è avvenuto, avviene e avverrà, sarà a carico dei Soci presenti a quella data, cioè Capaccio, Eboli e, purtroppo, Salerno. Peraltro, trattandosi di una Partecipata sottoposta al cosiddetto ‘controllo analogo’, sarebbe difficile sostenere di non essere a conoscenza dei fatti anche da parte degli Uffici che avrebbero dovuto esercitare quel controllo. E’ proprio il caso di dire: “chi vivrà, vedrà”. Parlare chiaro, sarebbe un obbligo per chi sa, pure correggendo le mie osservazioni. Per esse, chiedo scusa in anticipo per ogni possibile errore e auspico che sia compresa la vera finalità di spiegazioni fornite nella semplice qualità di cittadino qualunque». er.no
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