di Pina Ferro
Era arrivato a Beirut per produrre dei documenti necessari a poter richiedere la cittadinanza italiana. In aeroporto viene bloccato e arrestato con l’accusa di omicidio. Reato mai commesso. L’accusa era basata su una semplice dichiarazione dell’Interpol e nessuna fonte di prova. L’avvocato salernitano Francesco Liguori riesce a far scarcerare l’indagato che dal 10 febbraio (dopo ben 7 mesi di carcere) è rientrato a Roma ed è stato anche riassunto da un imprenditore edile. A.I. era stato arrestato nello scorso mese di luglio per effetto dell’esecuzione di una sentenza di condanna per il reato di omicidio avvenuto in Svizzera. La sentenza su fondava su una comunicazione dell’Interpol che segnalava il cittadino libanese colpevole del grave reato che in realtà non aveva mai commesso. Arrestato A.I. ha nominato quale difensore l’avvocato del foro di Salerno Francesco Liguori che supportato anche da un collega libanese ha attivato tute le procedure necessarie per dimostrare l’innocenza dell’assistito e l’infondatezza della condanna del tribunale di Nabatye, basata su una affermazione che non aveva riscontro nella realtà. L’avvocato, quando si è rivolto all’Interpol di Berna per chiedere gli atti che portavano all’affermazione che il proprio assistito fosse un assassino, non ha mai ricevuto risposte concrete. L’avvocato Francesco Liguori, non senza fatica, è riuscito a dimostrare che a carico dell’uomo vi erano solo tre tentati omicidi posti in essere, in Svizzera, ai danni di tre connazionali e per i quali aveva già pagato il suo conto con la giustizia. Al termine dell’espiazione della pena A.I. era stato espulso da quel territorio nazionale. Per cui la comunicazione dell’Interpol del 2002 avrebbe dovuto fare riferimento a quegli episodi e non ad un reato mai commesso. Reato fantasma se si considera anche il fatto che quando sono stati chiesti al tribunale di Nabatye gli atti che hanno portato alla condanna ci si è resi conto che negli stessi non emergevano elementi fondamentali quale ad esempio la persona vittima dell’omicidio. A questo punto l’avvocato Liguori ha costituito un pool formato da colleghi del foro di Beirut, di Berna e con un professore interprete di italiano – arabo. Grazie ad una dichiarazione a firma di Bruno Zihlmann capo del dipartimento del cantone di Aargau – prevenzione penale è stato possibile dimostrare l’infondatezza dell’accusa. Bruno Zihlmann ha certificato che nel suo cantone (proprio dove veniva contestato l’omicidio) A.I. non aveva commesso alcun reato se non quelli per cui aveva già pagato il suo conto con la giustizia. «Non so come ringraziarla per il lavoro svolto. Ha affermato il figlio di A.I. quando ha contattato telefonicamente l’avvocato Liguori dopo la scarcerazione del padre avvenenuta il 4 febbraio scorso- Posso solo dirle grazie».