Con il suo corpo fa da scudo al figlio contro la violenza del compagno: il piccolo dichiarato adottabile - Le Cronache
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Con il suo corpo fa da scudo al figlio contro la violenza del compagno: il piccolo dichiarato adottabile

Con il suo corpo fa da scudo al figlio contro la violenza del compagno: il piccolo dichiarato adottabile

di Pina Ferro

Aveva usato il suo corpo come scudo per salvare il suo piccolo dalla furia violenta del suo compagno che impugnava delle cesoie. Dopo la paura e la sofferenza arriva un dolore atroce: il suo piccolo è stato dichiarato adottabile. “Quando uno pensa di averle sentite tutte, arriva sempre di peggio” commenta l’avvocato Miraglia, al quale la donna disperata si è affidata. “Quanto capitato a questa donna ha dell’incredibile : senza la verifica della capacità genitoriale sua e del resto della famiglia, il Tribunale per i minorenni, con una velocità che in tanti anni di lavoro nelle sedi di giustizia, mai mi è capitato di vedere, ha dichiarato adottabile il suo bambino”. “Se fosse stato abbandonato capirei, ma lui solo non è e non lo è mai stato”. “Ha una mamma che si prende cura di lui e un nucleo familiare dove poter abitare». Il piccolo nella sua breve esistenza ne ha già patite molte : un anno e mezzo fa suo padre ha tentato di strangolarlo e accoltellarlo alla gola : se è vivo è grazie alla sua mamma, che è intervenuta e gli ha fatto da scudo. Mamma e figlio sono stati quindi alloggiati in una comunità, dove però la vita non si è rivelata più serena. In quella struttura vivono ormai in pianta stabile alcune donne, che hanno trasformato la comunità in casa loro, tormentando e isolando la donna, impedendole persino l’accesso alla cucina. Allontanatasi per alcuni giorni per recarsi in ospedale, quando è tornata non l’hanno più fatta entrare, ed il bambino era già stato dichiarato adottabile. “Per quanto riguarda l’aspetto prettamente giuridico” conclude l’avvocato Miraglia “abbiamo presentato istanza alla Corte d’Appello di Salerno affinché riveda immediatamente il provvedimento di adottabilità di questo bambino, che non versa in stato di abbandono in quanto ha una mamma e una famiglia”. Hanno dell’incredibile le risposte del Presidente della cooperativa che gestisce questa struttura sulle richieste dell’avvocato: quali competenze professionali hanno gli operatori? Visto che il bambino in questione è affetto da un disturbo pervasivo dello sviluppo di cui fanno parte anche i disturbi appartenenti allo spettro autistico ? Quali sono le caratteristiche professionali ? Precisa l’Avvocato Miraglia – “in data 23 Dicembre 2021, abbiamo inviato opportuna comunicazione, alla struttura in questione, invitandoli a precisare i requisiti professionali, e formativi degli operatori presenti all’intero della comunità, vista la patologia da cui è affetto il bambino, che necessità assolutamente di soli professionisti competenti che siano in possesso delle competenze specifiche, per potersi relazionare con il bambino, al fine di poter gestire tutte le criticità e le difficoltà che derivano dalla patologia che affligge il piccolo Luca (nome di fantasia), ma soprattutto al fine di non porre in essere comportamenti, o imposizioni controproducenti e peggio ancora, dannose in casi di questo tipo”. “Ancora più incredibile è che gli stessi operatori hanno di fatto sostenuto l’inidoneità della mia assistita determinando l’adottabilità del bambino”. Continua l’Avvocato Miraglia: “ Ebbene il Presidente della cooperativa che gestisce la struttura in questione, invece di dare le dovute informazioni, visto che percepisce soldi pubblici si è limitato a scrivere al Tribunale e alla Corte di Appello, per chiedere se la madre è legittimata a chiedere le sopra citate informazioni”. Dal punto di vista morale, urge un intervento: da parte del presidente De Luca, che vada a verificare il funzionamento di questa struttura, e soprattutto da parte delle onorevoli che promuovono la tutela per i diritti umani e per le donne, insieme alle associazioni di mamme. Aggiunge l’Avvocato Miraglia, “A loro mi appello, affinché chiamino questa donna”. “Fatevi raccontare la sua storia e fatele sentire la vostra vicinanza, dando così veste concreta a tutti i vostri discorsi”. “Forse questa mamma non merita attenzione, perché non c’è scappato il morto?” “O forse questa mamma è un po’ meno mamma delle altre ?” “Forse per la mia assistita vale la citazione di Alessandro Manzoni nel suo romanzo dei Promessi sposi: “… caro Renzo…mal cosa nascer poveri !!”