di Enzo Sica
SALERNO – E’ il classico testa – coda al quale certamente non si aspettava di assistere ma questo Bologna – Salernitana del prossimo 1 aprile, lunedì subito dopo Pasqua, fa rivivere in un grande ex calciatore e poi tecnico quale è stato Franco Colomba (nella foto) uno spaccato della sua vita calcisica. «Diciamo che sono stato ben diciassette anni a Bologna, tra calciatore e tecnico, mi hanno dato davvero tanto ma anche nei miei due anni sulla panchina della Salernitana (1995 – 1997 con Aliberti presidente) le soddisfazioni non sono mancate.. Cosa dire in questo momento anche guardando la classifica: auguro al Bologna di arrivare in Champions League e alla Salernitana di salvarsi».
Poche ma sentite e belle le parole di Colomba, 70 primavera il prossimo anno, che vive a Bologna «ma non sarò presente al Dall’ara lunedì per la partita» con il quale affrontiamo i temi di questo campionato che, purtroppo, guardando la classifica, sono negativi solo per la squadra granata che si trova ben 40 punti alle spalle del Bologna che è attualmente in quarta posizione.
Dunque, mister, sono davvero ridotte al lumicino le speranze di salvezza per la Salernitana?
«Non credo che in casa granata si faccia affidamento sulla gara di Bologna per cercare di dare uno scossone alla classifica attuale. Sarà difficile, è chiaro, ma i granata quest’anno hanno trovato tante difficoltà, è partita male, non è riuscita mai a dare una scossa determinante al campionato per la ripresa. Eppure nella scorsa stagione si era salvata in anticipo. Dunque pensavo anche io che il terzo anno di serie A sarebbe stato migliorativo ma, purtroppo, non lo è stato»
Ci sono colpe certamente a monte di questa situazione. Non crede?
«Non parlerei di colpe perchè quando non imbrocchi la stagione giusta è davvero difficile riprendersi. Se hai poi solo 14 punti come i granata in 29 partite è davvero poco. E dunque inizia l’ansia e si rischia in questo caso come sta succedendo il tracollo»
Anche aver cambiato ben 4 allenatori in una sola stagione la dice lunga sul momento no. E’ d’accordo, mister?
«Certamente si. Veda porto ad esempio il Cagliari che pur avendo una stagione di alti e bassi non ha mai cambiato allenatore lasciando sempre Ranieri in panchina. Cosa voglio dire: che quando c’è ansia e vengono meno i perni principali della stagione precedente non vai da nessuna parte. Il Cagliari, portando questo esempio, e anche qualche altra squadra non cambiando sta cercando di centrare l’obiettivo-salvezza»
Bisogna anche sottolineare che c’è qualche caso emblematico nella Salernitana come quello di Boulaye Dia, terzo cannoniere la scorsa stagione nella massima serie con ben 16 reti, ora addirittura finito fuori squadra per divergenze con tecnico e società?
«Diciamo che questo caso è uno dei tanti, forse il più eclatante. Tutti si aspettavano qualcosa in più da questo calciatore ma se non arrivano i gol che proprio lui doveva assicurare alla squadra, ne prendi addirittura 59 come difesa più bucata e ne segni solo 23 in 29 gare di campionato allora rischi davvero tanto. Eppure dico ancora una cosa: la matematica non condanna ancora la Salernitana e con altre nove partite a disposizione tutto potrebbe ancora accadere. Bisogna viverle una alla volta e penso che anche l’arrivo di Stefano che esordirà in panchina proprio a Bologna e al quale auguro davvero di fare bene visto che siamo stato compagni di squadra quando giocavamo ad Avellino possa essere un incentivo in più per le ultime partite stagionali»
Bisogna anche sottolineare, comunque, che la campagna acquisti -cessioni di gennaio portata avanti dal direttore Walter Sabatini con l’arrivo di ben dieci nuovi calciatori non ha dato la scossa che tutti si aspettavano?
«Il direttore dall’alto della sua esperienza ci ha provato con i calciatori che sono arrivati e penso che vada solo ringraziato. Le stagioni non sono mai uguali, gli anni sono diversi l’uno dall’altro e se due anni fa c’è stato quel miracolo con la salvezza ci poteva essere anche quest’anno. Ma ripeto ancora una volta. Bisogna vivere le ultime nove partite una per volta. Se poi non si riuscirà a farcela, allora si dovranno lanciare buone basi per la serie B che è un campionato difficile ma anche per dare soddisfazioni ai tifosi di fede granata»
Ecco un tifo eccezionale che lei ricorda bene negli anni in cui è stato sulla panchina granata?
«Si perchè ti trascina, cerca di darti quella forza sia all’Arechi che fuori casa che spesso è indispensabile per tagliare i traguardi. I tifosi sono da ammirare. Hanno capito le difficoltà in questa terza stagione in serie A, hanno contestato la squadra quando hanno visto che poteva e doveva dare di più cercando di essere vicini ad una società che ha cercato di non perdere mai di vista l’obiettivo della permanenza in serie A. Ora c’è questa partita a Bologna, campo difficile ma poi ci saranno altre porte aperte spero per la Salernitana. Vorrei anche evidenziare, soprattutto come paragone, che il Bologna una decina di anni fa non era certamente quello che abbiamo visto in questi anni, anzi era quasi sull’orlo del fallimento. C’è stato, poi, alla base il lavoro del direttore Sartori che ha portato calciatori che ora giocano bene grazie anche al tecnico attuale. Dunque nel calcio bisogna solo avere fiducia e mai abbattersi. E nel caso della Salernitana lanciare anche basi più solide che possano consolidarsi. Penso che questa società attuale lo possa tranquillamente fare avendone le capacità»
Parole sagge, di qualità quelle di Franco Colomba, inquadrate nell’ottica di un futuro che tutti i tifosi della Salernitana si augurano possa essere sulla falsariga proprio di questo Bologna che in dieci anni ha bruciato letteralmente le tappe ed adesso fa sognare i propri tifosi.