di Erika Noschese
«Hanno cercato di far passare il Salva Comuni come unica scelta possibile unica opzione per evitare di incidere sulla tassazione a 360 gradi della città ma sono stati sbugiardati». Parla così Claudia Pecoraro, consigliere comunale di opposizione nonché vice presidente del consiglio comunale, eletta in quota Movimento 5 Stelle che fa il punto della situazione sull’adesione al patto Salva Comuni. Altro tema caldo attenzionato dalla consigliera pentastellata la Breast Unit e il percorso rosa che dopo una serie di vane promesse della direzione generale dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona sono ancora fermi al palo, con non poche conseguenze per le pazienti e la stessa sanità campana. La Breast Unit è stata attenzionata in consiglio comunale anche dal consigliere di maggioranza Arturo Iannelli che sembra intenzionato a chiedere spiegazioni alla direzione del Ruggi per accelerare i tempi e portare a termine gli impegni presi.
Si chiude un 2022 intenso e complicato per la città di Salerno. L’approvazione al patto Salva Comuni porta con sé un aumento delle tasse e, soprattutto dell’Irpef…
«Assolutamente, quando loro hanno cercato di far passare il Salva Comuni come unica scelta possibile hanno anche cercato di farla passare come unica opzione per evitare di incidere sulla tassazione a 360 gradi della città. Addirittura, nel momento stesso in cui loro proposero e portarono in consiglio comunale l’adesione al Salva Comuni dissero che l’aumento dei servizi a richiesta veniva fatto per evitare di incidere sull’Aliquota comunale dell’Irpef ma a seguito del tavolo di concertazione che c’è stato con il Mef emerge l’obbligatorietà dell’incidenza sull’Irpef, divenuta eclatante e noi come opposizione l’abbiamo sempre sostenuto. Non hanno avuto il coraggio di incidere sui servizi a richiesta che avrebbero colpito i grandi elettori come i costruttori e oggi ci troviamo che sono stati sbugiardati».
Ci sono sempre state rassicurazioni da parte dell’assessore al Bilancio Paola Adinolfi, qual è oggi la sua preoccupazione da cittadina e da consigliera?
«Si sta mutuando il futuro dei ragazzi e delle ragazze del nostro territorio e questa resta la nostra grande preoccupazione, questo per coprire un debito fatto dalla mala gestio amministrativa. Oggi continuano a sostenere che il problema sia la diversa distribuzione della fiscalità sul territorio ma la verità è che da quando si sono resi conto che sul territorio arrivavano meno soldi dovevano iniziare a contemperare le uscite, un’amministrazione più oculata delle finanze economiche. A pagare, ancora una volta, sarà il ceto medio che si sta impoverendo sempre di più perché colpito dagli aumenti e si trova a dover far fronte alla fiscalità e al principio di solidarietà economica e fiscale; Salerno si impoverirà sempre di più così come la sua popolazione a causa di un prelievo forzoso che il Comune sta operando per riuscire a colmare il buco di bilancio che ha lasciato l’amministrazione degli ultimi 15 anni. È paradossale: sia l’assessore al Bilancio sia alcuni consiglieri di maggioranza continuano a sostenere che quest’amministrazione sta provando a correre ai ripari rispetto a quanto fatto da altre amministrazioni ma sono loro l’altra amministrazione, non ne abbiamo una diversa da 30 anni».
Altro tema caldo è la Breast Unit: doveva essere aperta nel mese di gennaio ma così non è…
«L’apertura non ci sarà. Da un anno attendiamo che questo reparto venga restituito ma questo non accade. La direzione generale del Ruggi sta facendo una serie di promesse a quest’amministrazione comunale e a me consigliera comunale che da sempre sono attenta ad una serie di tematiche legate alla sanità locale; con la Breast Unit e il percorso Rosa abbiamo solo una serie di promesse che sono state elevate dalla direzione generale e sanitaria ma senza alcun tipo di risultato: la Breast Unit è ancora chiusa mentre del tavolo di concertazione per il percorso rosa non c’è alcun tipo di notizia».
Un danno per i tanti utenti costretti a rivolgersi alla sanità privata il più delle volte…
«La situazione che noi viviamo a Salerno è pari a quella che si vive su tutto il territorio regionale, è chiaro. Se non si riesce ad offrire un servizio sanitario all’interno del territorio, non consentendo alla donna una ricostruzione mammaria post operazione per la rimozione del tumore, è chiaro che si rende necessario rivolgersi ad un’altra struttura, spesso privata, e questo significa che la sanità pagherà due volte: la struttura pubblica affinché possa restare aperta e quella privata perché tecnicamente è in convenzione. Non parliamo poi di quelle donne che si rivolgeranno ad altre regioni per essere operate in presidi medici d’eccellenza. Noi abbiamo la fortuna di avere la Breast Unit che è riconosciuta a livello europeo con una certificazione molto alta sul territorio ma rischiamo di vederla chiuder perché esistono nella misura in cui garantiscono un tot di interventi annui e se non permettiamo alle donne di sottoporsi alla ricostruzione mammaria perderemo il titolo di Breast Unit, perderemo soldi e pazienti e questo costerà caro alla sanità campana tantissimo».
Un bilancio di questo 2022 giunto al termine e prospettive, a livello amministrativo per il 2023?
«Il bilancio fa amaramente sorridere. Quest’amministrazione continua a parlare di un cambio di passo ma io non l’ho visto e non credo di essere l’unica; continuano ad essere arroccati sulle loro posizioni, nelle loro considerazioni di potere senza aprirsi alla cittadinanza, ignorando le sollecitazioni delle associazioni e lo vediamo con il regolamento per gli spazi comuni che ancora giace inerme su una scrivania; quest’amministrazione continua a non avere interesse per le fasce deboli, abbiamo persone che vivono per strada e vengono trattate come coloro che vanno cacciati, un problema da risolvere da un punto di vista di decoro urbano e non di socialità; abbiamo ancora un problema elevato di dispersione scolastica con zero capacità di rispondere alle esigenze dei giovani e delle giovani; abbiamo un basso tasso di occupazione. Questo vuol dire che, in questo anno, l’amministrazione non ha lavorato nella direzione giusta, almeno non nella nostra direzione, quella dell’inclusione, dell’apertura della cittadinanza verso l’esterno; la creazione di una realtà cittadina fruibile da parte dei giovani e delle giovani che dia loro una possibilità. Cosa mi aspetto? Sempre le dimissioni».
Che non avverranno…
«Certo, non avverranno perché sono così tanto piegati sulle loro ragioni che hanno difficoltà a piegarsi alle ragioni degli altri e trovare una strada mediana. Non è detto che le posizioni mie siano migliori ma è altrettanto vero che le opposizioni rappresentano un pezzo rilevante di questa città e dovrebbero essere maggiormente ascoltate e lo vedo nelle commissioni: avanziamo proposte che trovano il plauso dei colleghi di maggioranza ma poi vengono proposte nelle riunioni di maggioranza, emerge che non è una loro proposta e vengono bloccate, viene a mancare il passaggio successivo. Forse, bisognerebbe recuperare quella voglia genuina di fare di fare politica, di mettersi al servizio delle persone perché non esiste sempre una parte contro l’altra parte ma l’opposizione può portare una proposta effettivamente valida».