di Luca Capacchione
I gruppi consiliari CivicaMente e Liberi e Soldali a Battipaglia hanno deciso di intervenire presso il Difensore Civico della Regione Campania, avv. Giuseppe Fortunato, (interviene gratuitamente avverso i ritardi o gli abusi della Pubblica Amministrazione, svolgendo un ruolo soprattutto conciliativo) per tutelare le posizioni e i diritti di vigilanza che caratterizzano le opposizioni in consiglio comunale. A firmare la richiesta di intervento presso il Difensore i consiglieri Mirra, Immediata e Marino. Dopo i ricorsi al TAR per la questione distributore di benzina in Via Domodossola e la pausa di ferragosto, ripartono gli interventi della minoranza. “Dall’inizio di questa consiliatura, in assenza di qualsiasi forma di dialogo nelle commissioni ed in consiglio comunale, i consiglieri di minoranza hanno formalizzato numerosi atti di proposizione e controllo sulle attività dell’Ente – si legge nella nota congiunta dai gruppi – Molti di questi atti sono stati messi scientificamente nel cassetto, come le interrogazioni a cui non abbiamo ricevuto risposta, le mozioni e le proposte deliberative arenate nelle commissioni o, puntualmente, bocciate senza una valutazione nel merito. Per questo motivo, i consiglieri Maurizio Mirra di Civica Mente, Azzurra Immediata e Gaetano Marino di Liberali e Solidali, si sono rivolti al difensore civico regionale. “Stanchi della mancanza di rispetto delle nostre prerogative di consiglieri comunali e del lavoro svolto con studio e dedizione, abbiamo chiesto aiuto all’organismo di garanzia regionale che ha, Immediatamente, chiesto spiegazioni all’amministrazione – affermano i consiglieri – la risposta dell’Amministrazione ha offeso ancora di più perché ci ha accusato di voler rallentare l’attività dell’Ente e di fare una attività sostanzialmente inutile. Per questo, abbiamo inviato delle controdeduzioni che hanno ulteriormente specificato la correttezza della nostra azione e la giusta applicazione delle prerogative dei consiglieri comunali, chiedendo altresì una audizione, che ci è stata concessa. Non avremmo voluto arrivare a questo punto, ma dopo mesi di offese, omissioni e contrasti al limite della decenza, non potevamo più mettere da parte la nostra dignità”.